ABBACINANTE Mircea Cărtărescu

ABBACINANTE, di Mircea Cărtărescu (Voland)

1- L’ala sinistra

2- Il corpo

3- L’ala destra

Andiamo dritti al punto perché in base alla mia esperienza di lettore ritingo la trilogia ‘’Abbacinante’’ dello scrittore Rumeno Mircea Cărtărescu uno dei più grandi libri pubblicati negli ultimi vent’anni ed in prospettiva uno dei grandi lasciti della letteratura di inizio XXI secolo; un’opera incommensurabile che si colloca lassù accanto ad Austerlitz di Sebald, a 2666 di Bolano ed alle ultime cose di Josè Saramago.

Siamo di fronte ad un’opera monumentale di più di 1.600 pagine, di lettura e contenuto complesso e della quale è impossibile andare a delineare, se non in maniera macro i contenuti
Pertanto, è un romanzo (invero non è un romanzo!) che genera sentimenti agli antipodi: o si ama e si idolatra (è il mio caso!!!) oppure si odia e ben presto viene abbandonato.
Scrivevo che è complicato delineare la trama, ci proviamo! È una sorta di autobiografia dell’autore dall’infanzia fino al 1989, anno spartiacque della storia rumena con la rivoluzione e la morte di Ceaușescu. Siamo a Bucarest, una Bucarest tentacolare ed onirica dominata da demoni, fantasmi e da una pletora infinita dei più disparati personaggi. Ma è una storia familiare di tutti i giorni dominata dagli affetti, dal rapporto di Mircea con l’amata madre, il padre ed un fratello rapito.

Ed infine è un accorato omaggio ai grandi scrittori modello per Cărtărescu: l’assurdo di Kafka, l’onirico ed il surreale di Borges ed il postmodernismo di Thomas Pynchon.
Come le grandi opere, Cărtărescu richiede tantissimo al lettore, ma la ricompensa sarà infinita rispetto allo sforzo profuso. Per questo motivo mi sono preparato alla lettura leggendo interviste, recensioni e saggi. Ho scoperto come Cărtărescu sia una specie di artigiano della scrittura: scrive a mano, di getto senza pressoché rileggere. È nato poeta, ritenendo la sua prosa una specie di poesia non in versi. Per di più tiene un diario dall’età di 17 anni dove annota ogni pensiero facendolo diventare il canovaccio per i suoi scritti. In questo modo sono entrato nell’immaginario letterario dell’autore, nel suo modo di scrivere labirintico, avvolgente, talvolta asfissiante, ma assolutamente inebriante.
Due mesi di proficua e caleidoscopica lettura.
Fortuna vuole che non faccia lo scrittore, perché dopo un libro del genere avrei difficoltà a proseguire nel mio lavoro.
A chi vorrà intraprendere questo monumento, una sola parola: divertitevi! Ne vale la pena!

Recensione di Giorgio Sala

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