TRE AMICI Mario Tobino

TRE AMICI, di Mario Tobino (Mondadori)

 

Tre amici, tre studenti universitari in medicina sono separati dalla Seconda Guerra mondiale. Uno sarà partigiano nel Nord Italia, verrà fatto prigioniero, torturato per un mese dai nazisti, senza mai tradire, per finire impiccato in un bosco. Il secondo sarà comandante gappista a Bologna, poi parlamentare comunista, quasi subito distaccatosi dopo un viaggio in Unione Sovietica. Il terzo è l’autore. Tobino ritorna, nel suo penultimo libro, su quei fatti lontani per un’esigenza interiore e ne scrive in modo torrentizio, senza il comando di una trama, e per sua stessa ammissione come vicino alla grata di un confessionale. Ne vien fuori un memoriale che parla di guerra civile prima di certa storiografia – già Pavese l’aveva fatto ne “La casa in collina” – una testimonianza storica diretta di un’Italia ferita, alle prese con un’incerta ricostruzione. Tra le righe serpeggia il disdegno del narratore di razza verso quel cliché portato addosso tutta una vita, che lo ha bollato come “quel medico dei matti” che fa lo scrittore.

Recensione di Riccardo Del Dotto

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