PIOGGIA per i bastardi di Pizzofalcone, di Maurizio de Giovanni (Einaudi – maggio 2024)
Recensione 1
Recensione 2
“Sopravvivranno solo i pesci”.
Sono tornati i Bastardi di Pizzofalcone nel bel mezzo di una pioggia incessante e con un nuovo caso da risolvere. Hanno poco tempo a disposizione e molti sguardi addosso in attesa di un loro passo falso. Sono scomodi i bastardi, perché dannatamente bravi nonostante lo status di reietti che imporrebbe loro nient’altro che il fallimento.
Ritornano, individualmente fragili e insieme forti, ciascuno con il proprio dolore sulle spalle che talvolta brucia come ferita aperta, ma con la consapevolezza di essere parte di qualcosa di buono.
Stavolta c’è un omicidio eccellente, la vittima brutalmente assassinata è un pezzo grosso dell’avvocatura penalista cittadina: Leonida Brancato, vedovo quasi nonagenario e parecchio solo, ormai ritirato dalla vita pubblica.
Detestato quanto temuto, “il re del cavillo” così chiamato negli ambienti della procura, ha ancora molte aderenze nel mondo giudiziario e parecchi nemici un po’ ovunque. E avere tanti nemici è un po’ come non averne: se sono in tanti a volerti morto, chi ti vuole morto veramente?
I nostri otto bastardi comprendono poco per volta che il contesto in cui è maturato l’omicidio ha radici profonde, bisognerà scavare nei rancori incrostati, nei meandri dove l’odio incallisce e chiama vendetta, dove l’ossessione picchia in testa come la pioggia implacabile che allaga la città. Tic. Tic. Contro i vetri, contro i parabrezza delle automobili, sui tetti, sugli ombrelli inutili.
Stavolta dalla pioggia che sembra non smettere mai emerge molto lentamente un dilemma antico come il mondo, per lo meno da quando esiste il diritto: cosa è giustizia?
I Bastardi troveranno il modo di rispondere, mentre la città sembra affogare.
Noi li immaginiamo muoversi in mezzo ad una cortina di pioggia che isola, che ottunde il rumore del mondo, ma aiuta anche ad analizzarlo meglio e mettere insieme i pezzi di un puzzle ostinatamente incompleto.
Parallelamente al caso da risolvere, scorrono le pagine delle loro vite e le amiamo perché le loro debolezze, le contraddizioni in cui si dibattono sono pure le nostre ed è impossibile non immedesimarsi.
Irrisolti, lacerati dal dubbio, procrastinatori di professione, scissi tra desideri profondi e doveri imposti, ma pure coraggiosi, teneri, talvolta geniali, sono i nostri Bastardi.
Ancora una volta Maurizio De Giovanni riesce ad andare a fondo dell’ampio spettro delle passioni (e delle perversioni) umane e ce le restituisce in modo teso e avvincente dalla prima all’ultima pagina. Lo fa con il suo stile chirurgico e poetico insieme, un poco canzonatorio, certamente ironico di cui è maestro totale.
Eccoli: Aragona, Calabrese, Di Nardo, Lojacono, Martini, Palma, Pisanelli, Romano.
Poi c’è l’altra protagonista di questa storia, la più pervasiva: la Pioggia che s’infila dappertutto e sembra lavare tutto. O quasi tutto.
Canta Paolo Conte “Ma come piove bene su gli impermeabili/E non sull’anima”.
E no, eccome se piove sull’anima. Piove, diluvia anche sull’anima, ma non basta a lavare via la malinconia.
In ogni caso lasciamo fare alla pioggia, come ci suggerisce l’autore
Recensione di Elena Fogliotti
SOUVENIR per i bastardi di Pizzofalcone Maurizio De Giovanni
SOUVENIR per i bastardi di Pizzofalcone Maurizio De Giovanni
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