MACBETH, di William Shakespeare
“Stelle, spegnetevi! Non rivelate il nero fondo dei miei desideri. L’occhio non veda ciò che fa la mano. Ma infine avvenga l’atto che, avvenuto, l’occhio inorridirà di vedere.”
Tanti anni fa, all’università, seguii un corso della Professoressa Nadia Fusini intitolato “Shakespeare, il teatro delle passioni”. Scoprii che nelle opere di Shakespeare ci sono tutte le passioni umane, che sono sempre le stesse, non mutano con il succedersi degli anni e dei secoli. E tutte le passioni, soprattutto le più profonde, le più violente, quelle che muovono le azioni degli uomini e ne segnano gli animi, sono portate alla luce da Shakespeare in modo così vero e coinvolgente, che, ancora oggi, noi leggiamo le opere del Bardo, e andiamo a vederle rappresentate a teatro, sentendole risuonare dentro di noi come se fossero state scritte ieri.
Nel “Macbeth” la passione principale che muove tutto è l’avidità di potere, ma ce ne sono altre, più sotterranee ma altrettanto potenti, che la alimentano.
Macbeth è un valoroso generale di Duncan, re di Scozia. Mentre è di ritorno da una battaglia insieme a Banquo, un altro generale suo fraterno amico, gli appaiono tre streghe che rivelano a Macbeth la sua prossima ascesa al trono, e a Banquo che non sarà mai re, ma padre di re. L’idea di uccidere Duncan si fa subito strada nella mente e nel cuore di Macbeth, ma è sua moglie, Lady Macbeth, che lo inciterà, lo rassicurerà, lo spingerà al regicidio e ne sarà sua complice. Questa coppia diabolica, se si legge tra le righe, è gravata da un grande dolore, che diventa spinta propulsiva all’azione omicidiaria.
Lady Macbeth, che è un personaggio oscuro e bellissimo, deve aver perso un bambino da poco tempo (“Ecco il mio seno di donna: succhiatene il latte in cambio di fiele” e “Io ho allattato, conosco la dolcezza del bimbo che ti succhia il seno”); e quando si perde un bimbo, in pancia o appena nato, si cambia, si diventa più spietate, un po’ più di quanto lo si era prima. Si cerca un lenimento al dolore, un risarcimento, un nuovo orizzonte. Lo stesso Macbeth, ossessionato dalla paternità mancata, come sente che Banquo sarà padre di re, viene preso dalla gelosia, e arriverà ad uccidere anche lui. L’omicidio del re, l’usurpazione del potere, diventa il nuovo figlio di Macbeth e di Lady Macbeth, il collante del loro amore, che, pur nell’orrore, si sente essere profondo e vero.
La nuova regina scivolerà nella follia, che probabilmente la ghermiva già da tempo, il suo sposo cercherà di sfuggire al presagio delle tre streghe (“Macbeth non può essere vinto finché il gran bosco di Birnan non l’assalga salendo in vetta al monte Dusiname.”), ma inutilmente……..
E su di loro calerà il sipario.
Recensione di Azzurra Carletti
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