L’ENIGMA DELLA CAMERA 622 Joel Dicker

L'ENIGMA DELLA CAMERA 622 Joel Dicker Recensioni Libri e News

L’ENIGMA DELLA CAMERA 622, di Joel Dicker

Recensione 1

Non potevo resistere all’ultimo di Dicker. Soprattutto se titolo e copertina mi promettono un enigma, un albergo di evocazione Kubrickiana e una abilità narrativa a denominazione di origine protetta.

Notoriamente veloce a leggere mi sono divorata in una settimana le 700 pagine di questo romanzo cattura tempo. Se una storia è costruita con assoluta abilità nel più piccolo dettaglio e non presenta nemmeno la più microscopica incongruenza ci si trova di fronte a un qualcosa di cui non si può più fare a meno.

Uno degli alberghi più “in” della Svizzera in cui lusso e quiete si fondono in un’unica cosa una mattina si sveglia con un omicidio.

 

 

Il cliente della 622 viene trovato assassinato da un cameriere addetto alle colazioni in camera.
Dopo il comprensibile trambusto, i media che parleranno per mesi solo del brutale assassinio, lo sgomento dei clienti, e la caduta del grande impero alberghiero a causa della tragica vicenda il tempo, da bravo galantuomo, sanerà la ferita fino a che anni dopo lo stesso Dicker, protagonista e io narrante, decide di trascorrere qualche giorno di relax proprio nell’hotel divenuto più noto per la triste vicenda che per gli anni di gloriosa attività.

Ora la 622 è sostituita dalla 621 bis la cui presenza viene giustificata dall’intero personale come un mero errore di numerazione.

 

 

Ma Dicker, curioso di quella anomalia e con la complicità della sua vicina di stanza, una ricca londinese un po’ annoiata da agi vari, darà inizio a una indagine e ricostruzione dei fatti che farà emergere uno stuolo di personaggi ognuno dei quali rappresenterà tutto il contrario di tutto.

Trasformismo, apparenze ingannevoli, verità miscelata a menzogna, nulla è sicuro in questa storia “assorbente”.
Il lettore è trascinato in un vortice incalzante di certezze e incertezze, di “forse” e “potrebbe ma non è”, “di essenziale invisibile agli occhi” che sembra non raggiungere mai un apice.

Se un libro ottiene il suo obbiettivo e cioè quello di tenere incollati gli occhi di chi lo legge allora vale la pena fiondarsi in libreria e acquistarlo.
In barba al suo peso specifico.

Recensione di Deborah Papisca

 

Recensione 2

A Verbier, lussuoso luogo di vacanza sulle alpi svizzere, avviene un omicidio nella camera n. 622 dell’hotel Palace de Verbier dove si stava svolgendo un we di festa organizzato da una delle più importanti banche svizzere . Durante la festa sarebbe stato reso noto il nome del futuro Presidente della banca.

 

L'ENIGMA DELLA CAMERA 622 Joel Dicker Recensioni Libri e News
ACQUISTALO SU LA FELTRINELLI

 

La polizia ha indagato senza scoprire il colpevole. Il tempo trascorre, all’hotel si pongono in atto misure di rimozione della memoria del delitto sino a cancellare il numero 622.

Molti anni dopo lo scrittore Joël Dicker trascorre una vacanza presso l’hotel di Verbier e, complice una giovane turista inglese, decide di indagare su cosa avvenne nella notte dell’omicidio.

Inizia cosi una storia di indagine e riflessioni, una ricostruzione precisa e scorrevole degli eventi che si sono susseguiti.
Amore, denaro, ambizione e tradimento sono gli ingredienti di questo libro che, a mio avviso, non vuole essere solo un giallo ma è una storia sulla finzione e sui mille volti che si celano in ogni persona, racconta del potere e degli effetti che successo e denaro scatenano.

 

 

Libro che si legge velocemente, ritroviamo la scrittura scorrevole di Dicker e ci lasciamo coinvolgere nel flusso narrativo di una storia ben raccontata che è più libri in un libro, ad ogni capitolo sembra spalancarsi un diverso scenario dove i ruoli dei protagonisti si invertono stravolgendo ogni previsione.

Ma soprattutto il libro narra dell’autore, che si racconta in prima persona, e del suo rapporto con l’editore francese Bernard de Fallois a cui Dicker deve il suo successo: esso è la testimonianza del rapporto tra scrittore esordiente ed editore, di come la relazione si sviluppa sino una creare un rapporto simbiotico e ricco di interessanti sfaccettature.

A mio avviso sono proprio le divagazioni dell’autore sul rapporto con il suo editore, recentemente scomparso, che risultano affascinanti e commoventi. L’editore e scrittore Bernard de Fallois, è stato una figura complessa e molto importante non solo in Francia e quindi l’omaggio che Dicker gli rende attraverso le pagine di questo suo romanzo è atto di amore e profonda riconoscenza.

 

 

Mi piace pensare che Bernard de Fallois, ovunque esso sia, possa essere fiero del rispetto che gli viene giustamente tributato.

“Grazie a lei ho l’impressione di aver conosciuto un po’ Bernard.
Se anche i miei lettori avranno la stessa sensazione, allora questo libro meritava davvero di essere scritto.”

Recensione di Marilena Ratto

Titolo presente nella Rassegna dei libri più letti e commentati a Giugno 2020

 

L’isola dei tesori, dove gli animali sono preziosi

Commenta per primo

Commenti

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.