LA SIGNORA DI WILDFELL HALL Anne Bronte
Secondo e ultimo libro scritto da Anne Bronte, il primo è Agnes Grey.
Con questo libro, la sorella più giovane delle Bronte, avrebbe meritato, secondo me, di equiparare le più famose Emily e Charlotte.
E invece no, alla sua uscita il romanzo dà scandalo. Senza averne forse intenzione, Anne Bronte scrive qualcosa di nuovo per l’epoca, un linguaggio nuovo ed esplicito. La protagonista, Helen Graham, vive da sola con suo figlio e una anziana governante e,col suo comportamento estremamente riservato e misterioso, dà adito a molti pettegolezzi maligni.
Una immagine di donna rara in romanzi di questo tipo, resasi conto di aver sposato un uomo gretto e meschino, ubriacone e brutale, che cerca in tutti i modi di “cambiare”, con una forza impensabile, sostenuta dalla fede, dall’intelligenza e dal coraggio, senza perdere mai il rispetto di sé stessa, lotta per la propria indipendenza e per la salvezza del suo bambino, mettendosi contro persino alle leggi inglesi, ignorando le convenzioni sociali che la vorrebbero succube.
Hanno scritto “un testo femminista ante litteram”, forse lo è, se in un tempo in cui il matrimonio era per le donne, l’unica via “d’uscita”, dove il matrimonio “d’amore”era pressoché inesistente, la scrittrice fa dire alla protagonista ad una giovane amica che vorrebbe sposarsi:
<<…tieniti stretti il tuo cuore e la tua mano finché non vedrai una buona ragione per separartene; e se una tale occasione non si dovesse presentare mai, consolati con questa riflessione: che sebbene in una vita da sola le tue gioie rischiano di non essere molte, i tuoi dolori,almeno, non saranno maggiori di quanto puoi sopportare. Il matrimonio può cambiare in meglio la tua situazione; però, a mio avviso, è molto più probabile che produca il risultato contrario>>.
Io lo consiglio, nonostante sia stato scritto nel 1848, questo romanzo, oltre ad essere comunque una bella storia d’amore, è una splendida riflessione sul matrimonio e sulla vita di coppia.
Recensione di Sebastiana Cavasino
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