LA SIGNORA DELLE CAMELIE Alexandre Dumas

La signora delle camelie

LA SIGNORA DELLE CAMELIE, di Alexandre Dumas

 

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Recensione 1

“Se gli uomini sapessero ciò che si può ottenere con una lacrima, sarebbero più amati, e noi saremmo meno pericolose”

Non so quando e se avrei mai letto questo grande classico, fonte di ispirazione per opere teatrali, liriche e cinematografiche.

Se non che me lo trovo citato spesso nel libro che sto leggendo in questo periodo, l’Idiota di Dostoevskij, Marguerite Gautier, la Signora delle Camelie, viene associata a Nastàs’ja Filìppovna, una delle protagoniste del grande capolavoro russo.

Siccome la curiosità è femmina e Dostoevskij non può pensare di lanciare il sasso e ritirare la mano, ecco che da Mosca e San Pietroburgo mi sono ritrovata per le strade di Parigi.

 

 

Tra carrozze, viali alberati, teatri e Opera, ho fatto la conoscenza di questa donna e della sua storia.

Una storia, commovente, struggente, tragica.

Chi è Marguerite? E’ una mantenuta come tante ce ne sono nel periodo in cui la storia si svolge.

Ma Marguerite non è una mantenuta qualsiasi…è la più ambita di Parigi, la più bella, la più affascinante, la più misteriosa. E’ lei che sceglie i suoi amanti in base a quello che le possono offrire.

“Se quelle che cominciano il nostro vergognoso mestiere sapessero di che si tratta, piuttosto farebbero le cameriere. Ma no, ci attrae la vanità: aver abiti, carrozze, gioielli, si crede a tutto quello che si sente dire, perché anche la prostituzione ha una fede, e piano piano ci si logora il cuore, il corpo e la bellezza. Siamo temute come bestie selvatiche, disprezzate come paria, circondate da persone che prendono sempre più di quello che danno, e un bel giorno crepiamo come cani, dopo aver perduto gli altri e noi stesse”.

Ha tanti capricci: gioielli, foulard di cachemire, carrozze di lusso e cavalli ma soprattutto camelie, rosse o bianche a seconda dell’occasione.

“Per venticinque giorni al mese, le camelie erano bianche, e per cinque erano rosse: nessuno mai ha capito il motivo di quella varietà di colori”

Rispetto alle altre però Marguerite a seguito dell’incontro con il giovane Armand, riesce a recuperare una sorta di purezza interiore, di integrità e tiene separato il corpo dall’anima.

 

 

La trama credo sia nota ai più, ma per chi ancora non conoscesse il finale, mi guardo bene dal rivelare qualsiasi cosa, e lascio a voi il piacere della lettura.

La signora delle camelie è un libro che racconta di passioni forti, amori travolgenti, denaro quasi mai guadagnato onestamente, di rivalità, gelosie, vendetta, malattia, sofferenza, ipocrisia e falsi valori borghesi…ma non solo…

Racconta di un grande sacrificio, di generosità, altruismo e speranza.

Marguerite è una donna a tutto tondo, una donna che ha scelto, ha vissuto nel lusso e nella miseria, ha saputo amare e perdonare, ha fatto i conti con i suoi demoni e si è perdonata.

Ora non mi resta che conoscere il destino della Signora delle Camelie russa…

“Essere amato da una cortigiana è una vittoria molto più difficile. In loro, il corpo ha logorato l’anima, i sensi hanno guastato il cuore, la sregolatezza inardito i sentimenti. Le parole che diciamo loro, le conoscono da tempo, il nostro comportamento è cosa già nota, lo stesso amore che ispirano l’hanno più volte venduto. Poi, quando Dio permette l’amore a una cortigiana, quest’amore, che inizialmente sembra un perdono, diventa quasi sempre, per lei un castigo. Non c’è assoluzione senza penitenza.”

Buona lettura!

Recensione di Cristina Costa
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Recensione 2

Nel caso dei classici non è necessaria alcuna recensione. Siamo al di sopra dei pareri.

La storia (nota) è quella dell’amore fra una mondana ed un borghese Parigino, nella prima metà dell’Ottocento.

Grande passione e amore puro sollevano i due protagonisti dai ruoli sociali che ricoprono, legandoli sino alla fine come innamorati e amici, nella maniera libera ed eterna, che si può esprimere solo attraverso i grandi amori. Con sincerità, al di fuori di ogni convenzione.

Oltre che grande romanzo d’amore, quest’opera, può essere letta come forte denuncia dell’ipocrisia che c’era nel pensiero borghese di quell’epoca.

 

 

Fra le emozioni che questa lettura mi ha dato, non posso non indicare un poco di sdegno verso la completa sottomissione di Armando, verso la sfortunata Margherita. Ci sono delle parti del romanzo dove il protagonista si prostra ai piedi della bella mondana, senza alcun pudore. E’ vero, d’altro canto, che in altre parti della storia è Margherita ad essere parte debole, fra i due.

Supremo è il loro amore, al di sopra delle vicende (alterne).

Il romanzo (va detto) è venato di tristezza dall’inizio alla fine.

Bello (ovviamente).

Recensione di Mauro Mauri – Maurone Caratori Tontini

LA SIGNORA DELLE CAMELIE Alexandre Dumas

 

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