LA FINE È NOTA, di Geoffrey Holiday Hall (Sellerio)
Chi è lo sconosciuto che si presenta una sera a casa di mr. Paulton, affermando che solo lui può salvarlo?
E perché, dopo averlo aspettato invano, non vedendolo arrivare si getta dalla finestra, mentre la giovane signora Paulton, inquieta per quello strano uomo mai visto prima, lo ha lasciato da solo?
Bayard Paulton, tornato a casa quella sera più tardi del solito, per un pelo non viene schiacciato da quel corpo caduto dal cielo. Il corpo di un uomo che lui non conosce ma che, poi scoprirà, era convinto che la sua sopravvivenza dipendesse da lui.
Non si dimentica facilmente una cosa così, e quindi cos’altro può fare Paulton se non mettersi ad indagare sul passato di quest’ uomo.
Quando si sono incrociate le loro vite? Perché quel viso non gli dice niente?
Bastano poche pagine per capire che questo libro, pubblicato per la prima volta nei gialli Mondadori, è qualcosa di molto speciale, certo non è letteratura di consumo. L’ha capito Sciascia (che ha scritto la postfazione), lo ha capito Elvira Sellerio (che lo ha ripubblicato), l’ho capito perfino io (che talvolta sono lucida!)
Oltretutto l’autore, dopo la pubblicazione di un secondo libro, è sparito, non ha scritto altro e ha fatto perdere le sue tracce.
Un gran peccato ma anche una pazzesca uscita ad effetto.
“Oh se fosse dato all’uomo di conoscere la fine di questo giorno che incombe! Ma basta solo che il giorno trascorra e la sua fine è nota”, William Shakespeare
Recensione di Elena Gerla
LA FINE È NOTA Geoffrey Holiday Hall
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