IN PRINCIPIO ERA LA BESTIA Omar Di Monopoli

IN PRINCIPIO ERA LA BESTIA, di Omar Di Monopoli (Feltrinelli – APRILE 2023)

 

“In quale cibreo di veleni sono andato a ficcarmi! Nemmeno nelle mie più ominose congetture avrei potuto immaginare quanto turpe e inverecondo fusse il guazzabuglio di rancori che ingolfa questo posto.”

Stavolta l’aria non brucia, stavolta l’aria puzza di putridume, di feccia umana, di inganno e di riti satanici, di paure ataviche, di massoneria, di magia nera, di ossa umane, di sacrilegio.

Siamo sempre a Sud, ma stavolta l’autore ci catapulta in un Sud di fine ‘700 dove convivono razionalità e magia, rigore e questioni irrisolte. Un Sud di eterni contrasti storici e umani. Un posto che non conosce regole, dove “la gente è sorda all’ordine”, anarchica e contraddittoria, “percorsa da esecrabili furori individualisti”.

Lette le prime pagine ho scritto a Omar e gli ho detto “è cinematografico”! e Languore è il paese-setcinematografico in cui a margine della fine della rivoluzione napoletana e dei moti giacobini, in quella promiscua perpetua alleanza tra ‘Chiesa’ e ‘Impero’ si dipana una storia fatta di violenze, povertà, abusi, superstizione e maciarìe. D’altronde, “fede e superstizione sono a codeste latitudini stretti da un abbraccio mortale …”

Languore “terra scurdata di lu Padreternu con tutte le vedove in lutto” è lo stato d’animo di un territorio e di un popolo mai liberi, sgretolati e abbandonati a sé stessi, fermi per condizione e per scelta. Come dice il vecchio rinsecchito dal sorriso zeppo di denti marci “Anna cummannatu in parecchi, qua abbasciu, … francesi, spagnoli, austriaci. Financo gli inglesi, ciabbiamo avuto. Mò simu turnati sott’a lu Borbone, ma come vossia gira e la rigira qua chi cumanna veramente uno solo è: quiddu ca tène li sordi!”.

La scrittura dell’autore è sontuosa e potente, ha un ritmo serrato, alterna il colto dialetto salentino a quello napoletano. E’ personalissima nelle espressioni e nelle descrizioni, simbolica e figurativa. Ogni personaggio delineato più dalle azioni che dai tratti fisici. Uno scorcio culturale profondo che dimostra l’amore sconfinato per la propria terra, per il sud tutto e per la storia.

“La bestia” è un trionfo di figure umane dai tratti marcati; ciascuna rappresentante quel preciso momento storico e l’appartenenza dei numerosi protagonisti ad una precisa tipologia sociale; siano essi soldati, briganti, macìare, nobili, sgherri, religiosi o popolani. E tutte si muovono lì dove “il dominio della monarchia travalica qualsiasi confine, persino quelli imposti dalla natura” dove lu Re Borbone quando “teneva bisogno di carne da cannone pè licazzi sua … veniva a pescare gli uomini da mandare al macello” fra questi poveri disgraziati. Un luogo in cui il parroco priore, tale fra Teodoro, più che devoto e caritatevole, è “individuo dal dimolto untuoso fare” sempre appresso al decurione.

La Narda Stumicusa, mammana e fattucchiera è più una benedizione che il Male di cui sopportare il vergognoso fardello che ha marchiato questa gente. Pasanedda è la vergine che serve a vincere quel Demonju che poco ha di lupo ma molto ha di umana maleficità, perché “il sangue di una vergine non è merce da sprecare”.

C’è un messaggio universale tra le righe: come spesso accade ed è accaduto, “sta bestia non è accusì brutta come si pensano tutti”, se ne vedono tutti i giorni di “creature mmcide capaci delle peggio schifezze” senza doversi perdere in un bosco …
Una cosa è certa, questo posto “non è per gli chiccessia” e “il mondo gira. Passeggiano i cieli sulla terra e le storie si sperdono fra i tratturi scordonati …”.
Omar Di Monopoli, In principio era la bestia.

Recensione di Nunzia Cappucci

IN PRINCIPIO ERA LA BESTIA Omar Di Monopoli

L’isola dei tesori, dove gli animali sono preziosi

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