IL NOSTRO COMUNE AMICO, di Charles Dickens (Einaudi)
La notte sul Tamigi passano delle barche e tra queste una in particolare, governata da un uomo che ripesca i cadaveri in cerca di denaro, mentre la giovane figlia è impegnata a remare. Durante una di queste spedizioni viene recuperato il corpo di un ricco ereditiero, la cui scomparsa fa sì che la grande fortuna passi a una coppia di domestici e che la donna destinata a sposarlo rimanga praticamente vedova in miseria. Questa è la partenza (cinema puro!) di un romanzo caleidoscopico, un vero e proprio labirinto fatto di nobiluomini caduti in disgrazia e viceversa, famiglie squarciate, usurai e gente di cuore, arrampicatori sociali… e un tizio misterioso attorno al quale ruoterà gran parte delle vicende.
Consigliatomi a più riprese e considerato da molti (Italo Calvino in primis) tra i romanzi più riusciti di Dickens (parere ], “Il Nostro Comune Amico” è uno straordinario viaggio nella società borghese londinese a cui l’autore muove una feroce critica, non risparmiando il parlamento e il sistema didattico con tutte le sue mancanze. Meravigliosa come sempre la caratterizzazione dei personaggi, tanto dei buoni quanto dei cattivi. Non spaventi la lunghezza del romanzo, anzi, la successione avvincente degli eventi e la prosa da sempre curata del nostro ci accompagnano in un’esperienza letteraria fatta di arrivismo e di buone azioni, di peccati e redenzione, uno straordinario affresco umano con le sue luci e le sue ombre, la dove il confine tra bene e male è spesso sfumato e incerto e dove non puoi mai sapere cosa incontrerai girando pagina; ed è soprattutto un grande romanzo di formazione dei sentimenti, quelli veri, profondi e sinceri, che schiacciano con la loro intensità quelli falsi, formali e costruiti a tavolino.
Recensione di Enrico Spinelli
IL NOSTRO COMUNE AMICO Charles Dickens
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