Dal libro al film ‘Spartacus’ di Howard Fast 1952 ‘ Spartacus ‘ di Stanley Kubrick 1960

Dal libro al film

‘Spartacus’ di Howard Fast 1952

‘ Spartacus ‘ di Stanley Kubrick 1960

” Questo libro è dedicato a mia figlia Rachel e a mio figlio Jonathan. È una storia di uomini e donne di coraggio che vissero molto tempo fa e i cui nomi non furono mai dimenticati. Gli eroi di questa storia sostennero la libertà e la dignità umana, e vissero nobilmente e bene. Io l’ ho scritta affinché coloro che la leggeranno, ne traggano la forza per affrontare il nostro arduo futuro, e siano in grado di opporsi all’ oppressione e all’ ingiustizia: così che il sogno di Spartaco possa farsi realtà nel nostro tempo.”

Le prime pagine di questo grande affresco storico-politico furono scritte da Howard Fast (abbreviazione di Fastovsky, adottata dal padre un ebreo ucraino al suo arrivo negli Usa) mentre era in carcere per oltraggio al congresso perché si era rifiutato di fornire informazioni alla commissione per le attività antiamericane. La pubblicazione fu complicata (l’iscrizione sulla lista nera impediva quasi tutto) e possibile grazie a una prima autopubblicazione con limitato numero di copie stampate finanziata in parte dagli acquirenti e poi su più larga scala nel 1952 con la creazione di una sua casa editrice. Il successo crebbe fino ad interessare K.Douglas che deluso per non essere stato scelto come interprete di ‘Ben Hur’ voleva produrre un film ambientato in epoca romana, grazie ai diritti d’autore e al compenso per la collaborazione non accreditata alla sceneggiatura del film Fast poté dedicarsi con più tranquillità alla scrittura.

Il romanzo inizia quando l’impresa di Spartaco è già terminata e noi lettori apprendiamo notizie su come nacque e si sviluppò da Crasso il generale che lo sconfisse, da Gracco stagionato uomo politico che fu fra gli ideatori della reazione di Roma al serio pericolo della rivolta degli schiavi e da Antonino Caio e Elena rampolli di ottima famiglia, viziati, scettici ed annoiati. Lo Spartaco di Fast diversamente dal personaggio storico è si di origine trace ma non aristocratico e colto bensì un uomo semplice e coraggioso non diventato ma nato e cresciuto sempre come schiavo. Lo stile narrativo di Fast ha la solidità del romanzo di fine ottocento con personaggi e situazioni ben delineati con momenti particolarmente toccanti (come quando descrive la vita degli schiavi nelle miniere o la vita dei gladiatori), nell’ avanzare della vicenda è abbastanza evidente al lettore che le critiche alla società romana totalmente basata sullo sfruttamento degli schiavi e in cui solo un certo numero di persone gode di una vita agiata e di una relativa libertà sono rivolte alla società americana dei suoi tempi. Emblematica la descrizione della fabbrica di profumi di Capua (la città da cui era nata la rivolta) in cui i lavoratori sono si uomini liberi e che lo fanno per scelta ma che appena possono lasciano quel lavoro malpagato e poco salubre che fa pensare alle condizioni di certe fabbriche nonostante le battaglie e le conquiste sindacali. Nel finale c’è tempo per le commoventi pagine in cui Varinia la moglie di Spartaco, ricca di dignità e devozione riconquista la libertà lontana dall’ odiata Roma grazie al politicante Gracco. Per me il personaggio meglio riuscito del libro, senza scrupoli ma dotato di umanità, ha capito la rivolta di Spartaco che sognava una società dove tutti fossero liberi e uguali, da consumato cinico non crede nella possibilità di attuazione ma decide di aiutare anche a caro prezzo di aiutare la fiera schiava a fuggire verso una vita umile ma libera.

Fast fu scrittore molto prolifico (nomen omen) di un po’ tutti i generi (fantascienza, saghe familiari, storie per bambini) ma quello più congeniale fu sempre il romanzo storico( molti testi dedicati al periodo della lotta per l’ indipendenza e all’ epoca dei pionieri).Quando si seppe dei crimini di Stalin scrisse il saggio ‘ il dio nudo’ in cui esprimeva il suo dissenso e annunciava la rottura con il partito comunista pur persistendo nella sua adesione alla sinistra. Negli ultimi anni è rinato l’ interesse dell’ editoria italiana che sta pubblicando i volumi della saga degli emigranti che aveva iniziato alla fine degli anni settanta e portato avanti con la consueta lena fino alla sua scomparsa all’ inizio del nuovo millennio.

Il Film

Nonostante Howard Fast ebbe tante difficoltà a pubblicare il suo romanzo questo nel giro di qualche anno divenne grazie al passaparola dei lettori un long seller (sembra che già prima dell’ uscita del film ne fossero state vendute almeno un milione di copie e molte edizioni in lingua straniera che poi sarebbero arrivate ad essere trentacinque). Una grande parte del merito della realizzazione del film fu la testardaggine di Kirk Douglas che scottato per non aver avuto la parte da protagonista in ‘Ben Hur’ decise di produrlo insieme al suo socio Edward Lewis e alla Universal. Una scelta molto coraggiosa fu anche quella di volere Dalton Trumbo anche lui sulla lista nera (era uno dei famigerati ‘dieci di Hollywood’ che si opposero a Mac Carthy) non solo per scrivere la sceneggiatura ma anche per firmarla dopo circa dieci anni di collaborazione clandestina a decine di film ( aveva vinto anche un premio Oscar per la migliore sceneggiatura sotto falso nome). Il primo regista scelto per questo Kolossal (quattro milioni di dollari dell’epoca) era Anthony Mann uno dei migliori registi americani che aveva iniziato con dei film noir ma si era fatto conoscere soprattutto per aver portato tematiche più sofisticate nel genere western (da noi fu definito ‘western maggiorenne’). Dopo pochi giorni di riprese però Mann litigò con il divo- produttore e lasciò il progetto che fu affidato ad un poco più che trentenne Stanley Kubrick che era già il perfezionista dei futuri capolavori ed infatti ebbe contrasti con diversi collaboratori tecnici (in particolare con il veterano direttore della fotografia Russell Metty che però poi dopo essere stato premiato con il premio Oscar per il suo lavoro mitigò le sue rimostranze). Però con Douglas non poté imporre come avrebbe voluto il suo punto di vista ed infatti anni dopo dichiarò che non lo considerava un film suo ma una regia al servizio dell’ attore- produttore.

Ci sono delle differenze abbastanza rilevanti rispetto al romanzo sia nell’ impostazione della trama, sia nei personaggi (Spartaco è più vicino a quello delle fonti storiche), gli aristocratici e i personaggi di potere romani erano quasi tutti attori britannici (L.Olivier, C. Laughton, etc) mentre per i personaggi umili e gli schiavi furono scelti attori americani. Una delle scene più celebri del film con il gesto di ribellione del gladiatore condannato a morte ad esempio nel romanzo è differente ma non vorrei dire più di tanto per non rivelare troppo a chi non ha ancora visto il film e/o letto il romanzo. Da sottolineare che il messaggio del romanzo è molto più potente perché si dice chiaramente che la società romana era totalmente basata sullo sfruttamento della schiavitù che nel film è considerata una delle piaghe della società romana ma non così basilare per il suo sviluppo. Le scene di battaglia che Kubrick aveva girato con grande realismo furono quasi tutte eliminate all’ uscita perché nelle visioni di prova il pubblico non le aveva gradite, saranno ripristinate solo nel 1991 quando ci fu una riedizione del film per le sale che reinseriva una trentina di minuti di girato fra cui delle scene di cui si era perso l’audio originale e in cui ad esempio L. Olivier fu doppiato da A.Hopkins. Nel giugno del 2000 H. Fast in una intervista tramite chat di un sito internet’ Ancient sites ‘affermò che contrariamente a quanto si era sempre creduto anche lui aveva collaborato alla sceneggiatura del film perché quando erano terminate le riprese vi erano dei buchi logici e mancava un vero finale allora lui insieme a Kubrick scrisse ventisette ulteriori scene che poi furono integrate nel materiale già girato. Fast a precisa domanda dell’ intervistatore confermò che lavorare con Douglas non era semplice mentre si era trovato in piena sintonia con il giovane Kubrick che lo aveva invitato ad andare sul set in Spagna dove vennero girate molte delle nuove scene ma lui non poté essere presente per altri impegni inderogabili. Alla prima uscita del film nelle sale una associazione molto vicina ai maccartisti provò ad impedire la proiezione in molte sale ma il picchettaggio fallì quando il presidente Kennedy fece sapere di essere stato a vedere il film e di averlo molto apprezzato, gli incassi solo nelle sale americane lo resero il film più visto dell’ anno e un grande successo a livello mondiale.

Di Andrea Pinto

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