Sull’Amore, di Charles Bukowski
Il titolo parla da se. Bukowski oltre a scrivere romanzi e racconti, quasi sempre improntati su alcolismo, sesso, cavalli e altro scrive poesie. Poesie d’amore. Scrittore controverso amato odiato, pronto a scandalizzare a far schifare una buona parte dei suoi lettori, uomini e donne.
Certo senza contesto, storia o approfondimento non è facile da capire, figuriamoci capire l’amore e il sesso profuso a piene mani nei suoi romanzi e racconti. Occorre uno sforzo enorme e faticoso ma ne vale la pena.
Se questa raccolta di poesie sull’amore riuscirà a far cambiare prospettiva di vedute a un solo lettore/lettrice il risultato sarà raggiunto.
L’amore è il tema che accomuna questi versi, essi rifiutano i canoni della poesia classica. Inutile cercare versi, strofe, rime, metrica e figure retoriche. Bukowski scrive in versi sciolti liberando così la sua creatività .
L’amore per le donne, per la figlia Marianna, per la musica, Mahler il suo autore preferito, le corse e le scommesse sui cavalli, i libri e l’alcol.
Un viaggio nell’oscuro mondo della grande America, negli Stati Uniti in particolare, la nazione delle opportunità, ma è proprio così? Le opere di Bukowski ci dimostrano il contrario. Vediamoli allora questi brandelli di realtà negli U.S.A.Questa America che esorcizza la questione dell’origine (Bukowski è di origine tedesca) non avendo un passato vive in una perenne attualità, poteva avere un’origine un territorio ancestrale, quello degli indiani, oggi circoscritti nelle riserve, che sono l’equivalente dei nostri musei dove riposano opere di Michelangelo, Botticelli e tanti altri. Il paradosso è che messicani , texani e pellerosse esaltano gli americani che li hanno derubati delle loro terre.
Bukowski non cerca l’America delle grandi distanze, quella libertà vana e assoluta, si accontenta di motel di infimo ordine, stanze prese in affitto per pochi dollari, alcol di qualità scadente e una confezione da sei di birre.
Bukowski descrive persone come lui, esseri che pensano soli, cantano soli, mangiano e parlano da soli, descrive i pazzi lasciati liberi per le città i quali non si distinguono molto da punk, drogati, alcolisti e disperati.
I did It! Io esisto! È il loro grido disperato. Anche per il sesso i rapporti diventano molteplici ed effimeri. Loro dicono: “Facciamo sesso” noi diciamo: “Facciamo l’amore”.
Queste sono le considerazioni che ho raggiunto leggendo quasi tutto di Bukowski. Non ho la pretesa di fare Sociologia o Psicologia, ma leggere Bukowski mi ha fatto scoprire un’America meglio di tutti gli istituti di Sociologia o Scienze Politiche.
A fronte della bandiera a stella e strisce sempre presente ovunque come un buon marchio di fabbrica, esistono motel con tende stracciate, vetri rotti alle finestre, camere senza chiavi, materassi sporchi di amori e umori veloci, il televisore acceso in permanenza che nessuno guarda, forse hanno paura del buio.
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