Intervista a Simona Dei in occasione della 44ma edizione del Premio Letterario Giovanni Boccaccio

Ci siamo occupati del Premio Letterario Giovanni Boccaccio di Certaldo intervistando Simona Dei che ha approfondito con noi alcuni aspetti legati a questa rassegna letteraria.

 

Intervista n. 268

Simona Dei
Innanzitutto grazie per aver accettato questa intervista. Le chiederei prima di tutto di presentarci il Premio Giovanni Boccaccio.
Il Premio Boccaccio è nato 44 anni fa, da un gruppo di amici che si costituì in un comitato che voleva celebrare la Figura di un loro famoso compaesano, Giovanni Boccaccio. Negli anni quel
Comitato si è evoluto in una Associazione letteraria, oggi ODV, e ha esplorato altri ambiti di interesse: un concorso letterario per i ragazzi delle medie superiori, seminari di scrittura creativa, incontri su temi di valore etico, culturale e sociale , presentazioni di libri, spettacoli teatrali.

Il Premio ha una storia quarantennale, quali sono secondo lei i punti di forza di questa manifestazione culturale?

Il punto di forza è il forte legame con i valori che hanno caratterizzato Giovanni Boccaccio: il racconto della vita con coraggio, ironia, forza comunicativa. La ricerca di quei valori nelle personalità della cultura contemporanea, l’incontro con menti e cuori che investono il loro tempo, lavoro, vita nella cultura come chiave per leggere la possibilità del futuro nel presente

Un premio letterario può essere un riconoscimento a un autore ma anche l’occasione per stimolare la curiosità di potenziali nuovi lettori, condivide?

Assolutamente sì ed è per questo che da due anni nei giorni del Premio si svolge a Certaldo la Fiera editoriale Fiammetta, grazie all’impegno della casa editrice Federighi e alla presenza di tanti editori italiani con le loro opere . Nuove occasioni per arricchire la propria libreria per il prossimo inverno

Scorrendo l’albo d’oro delle varie edizioni possiamo dire di avere un bel compendio del fior fiore degli intellettuali del nostro Paese, c’è per lei qualche nome che avrebbe meritato maggiori riconoscimenti al di fuori del Premio Boccaccio o figure che proprio grazie a questo riconoscimento sono arrivate anche a chi non le conosceva o le riteneva troppo distanti?

La nostra giuria ha sempre individuato premiati eccezionali che o prima o dopo hanno avuto modo di farsi conoscere ed apprezzare. Un ricordo però vorrei condividerlo, un riconoscimento alla memoria che facemmo nel 2010 a Oriana Fallaci, pochi anni dopo la sua morte. Una scrittrice che ha segnato la cultura italiana, con le sue luci e le sue ombre, ma soprattutto con uno stile letterario unico.

L’ultima edizione ha visto trionfare tre grandi nomi provenienti da mondi tra loro ben distanti, ci vuole riassumere le motivazioni di tali premi?

Nel 2024 abbiamo  avuto l’onore di incontrare tre grandi personaggi : Corrado Augias con la freschezza ed energia con cui racconta gli eventi della storia in confronti vivaci e coinvolgenti , Giuseppe Montesano e Toni Servillo che hanno unito con un filo rosso i greci, Dante e Baudelaire in un viaggio attraverso i secoli logico e lineare , e infine Pegah Moshir Pour, che con la famiglia  dovette fuggire   da Teheran verso l’Italia, ma che non ha dimenticato il suo paese, divenendo voce che difende la libertà di espressione e di scelta sempre e ovunque. In ognuno di loro la cultura e
la Conoscenza sono diventati messaggio forte e testimonianza concreta

Mi ha molto colpito in particolare il riconoscimento culturale dato a un artista a me molto caro come Claudio Baglioni. Pur non rientrando, mediaticamente parlando, tra gli artisti “impegnati”, gli viene riconosciuta la capacità di trasmettere attraverso le sue canzoni valori e messaggi importanti. Possiamo dire che la cultura non è quindi qualcosa di elitario ma che riguarda tutto, dall’accademico al popolare?

le rispondo con estrema semplicità : Boccaccio decise di tradurre in volgare la Divina Commedia, e così quella meravigliosa opera è arrivata fino a noi. La Cultura senza comprensione non esiste, e comprendere significa capire ma anche emozionarsi. La vera sfida è diffondere questo messaggio a più persone possibile, alle nostre comunità , alla nostra società , con linguaggio comprensibile che muova menti e cuori.

Ci parli del “Premio Giovanni Boccaccio Giovani”, quanto può essere utile e importante implementare iniziative culturali simili sin dalle età più giovani?

Il Boccaccio Giovani cambia il paradigma della didattica: si invitano i ragazzi non a studiare Boccaccio, ma a mettersi alla prova nella sua arte, quella del racconto. Loro diventano i protagonisti, e così approfondiscono il tema dell’anno, scrivono e correggono le bozze delle novelle, e poi arrivano nel Salone dei Cinquecento e salgono sul palco per farsi applaudire da compagni, professori e familiari. Credo sia un’esperienza che non si dimenticano, per qualcuno un seme da far crescere negli anni in un percorso letterario, per altri comunque la certezza di essersi messi alla prova e di avere una propria pubblicazione

Giovanni Boccaccio raccontava nel suo capolavoro di dieci giovani che per salvarsi dalla peste fuggivano in campagna e si raccontavano storie per trascorrere il tempo e allontanare la paura del contagio. La cultura per lei può avere ancora un potere salvifico, visto anche il periodo che viviamo?

Ne sono certa, poche armi sono più potenti della cultura per costruire la pace

I tempi moderni sono sempre più segnati dai Social come principali piattaforme di condivisione e di confronto, spesso con risultati discutibili, qual è il vostro rapporto con questa realtà e quanto può essere di aiuto o di supporto nella promozione delle vostre attività?

I social possono essere utilissimi per comunicare in modo rapido e snello, l’importante è non fermarsi a loro. Sono la porta per entrare nel palazzo della conoscenza, noi cerchiamo poi di accompagnare chi ci segue nelle varie Stanze, soffermandosi e regalandosi del tempo. Gli strumenti di comunicazione di oggi  vanno utilizzati e rispettati, ma senza rinunciare all’obiettivo finale: sentirsi parte viva di una società matura e consapevole

Un’ultima domanda, ringraziandola per la disponibilità. Quale messaggio si sentirebbe di lasciare a lettori e potenziali scrittori?

Non rinunciate mai a prendere un libro se vi colpisce, anche se pensate che non avrete il tempo per leggerlo. Se quel libro vi conquista, il tempo arriverà. Chi legge può raccontarsi, e raccontarsi aiuta a rileggersi e comprendersi meglio… da medico direi che è un farmaco formidabile, provare per credere!
Vi aspetto a Certaldo dal 12 al 14 settembre con i nostri premiati, seguiteci sui social e leggete e ascoltate le loro opere … buona estate!
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