VERTIGO Il commercio dell’inferno Fabio Ceraulo

VERTIGO Il commercio dell’inferno, di Fabio Ceraulo (Nuova Ipsa Editore)

50 pagine

 In una manciata di pagine può esserci tanto dolore? Dico di si se nasci sotto una cattiva stella, dico di si se ti trovi nel posto sbagliato. E dico ancora di si quando quell’ umanità in cui speravi si rivela marcia: tanti avvoltoi pronti a saziarsi delle tue carni.

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Fabio Ceraulo in questo testo di narrativa breve, attraverso la voce della giovane protagonista, ha inciso con il sangue innocente la paura e il dolore, ha gridato la cattiveria disumana, ha dato suono al ghigno del male.

Non ha risparmiato nulla. Non ha annacquato nulla…

E nel contempo, come se volesse riscattare tutta l’umanita intera dalla vergogna in cui è e continua a cadere, ha dato voce a colei alla quale avevano tappato la bocca, ha dato respiro a chi lo avevano tolto, ha ridato dignità e valore a chi se li è visti brutalmente negare.

Una testimonianza vera, troppo vera per fantasticarci sopra. E forse per questo fa paura!

Il racconto è brevissimo ma ogni pagina si espande come la distesa arida del deserto, ogni parola è un’eco che rimbomba nei cuori; io ve lo riassumo così come una nuova parabola.

Una giovane donna viaggiava dalla Nigeria verso l’Italia, passando nel deserto del Sahara e affrontando una lunga sosta in Libia, per poi procedere verso l’Italia su imbarcazioni fatiscenti, costretta a pagare una notevole somma di denaro. Molto presto essa incappò nei trafficanti che la ingannarono, violentarono e derubarono della sua identità, dignità, legalità e libertà, lasciandola mezza morta.Come la catena dello schiavo era formata da molti anelli, così è la catena di queste nuove schiave del XXI secolo. Gli anelli hanno dei nomi e sono quelli delle vittime e della loro povertà, degli sfruttatori con i loro ingenti guadagni, dei clienti con le loro frustrazioni, della società con la sua opulenza e carenza di valori, dei governi con i loro sistemi di corruzione e di connivenze, della Chiesa formata da cristiani, noi compresi, con il nostro silenzio e la nostra indifferenza.

Per il lavoro che svolgo, io ho letto in quegli occhi spauriti, ho sentito i silenzi rumorosi, ho percepito il tremore dei corpi. E vi giuro, ve lo giuro con tutto il cuore sono esseri umani proprio come ognuno di noi!
E basta a volte solo un abbraccio, un sorriso, una parola…

“Fu l’inizio di un vortice dove mai avrei immaginato di scivolare…I miei piedi nudi sfioravano con la punta delle dita il terreno, davanti al quale c’era il vuoto. E le vertigini si susseguivano in modo lento e traditore. Caddi, urlando aiuto al cielo. L’eco risputò indietro il mio angosciato appello”

Recensione di Patrizia Zara

L’isola dei tesori, dove gli animali sono preziosi

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