UNA TRACCIA NEL BUIO Arnaldur Indridason

UNA TRACCIA NEL BUIO Arnaldur Indridason

UNA TRACCIA NEL BUIO, di Arnaldur Indridason

 

Forse un giorno vi racconterò cos’è per me l’Islanda. Vi confesso di averci già provato, ma il risultato non era nemmeno lontanamente soddisfacente e quindi ho rimandato.

Voglio, però parlarvi di questo libro. Si chiama “Una traccia nel buio”, di autore islandese, ovviamente ambientato in Islanda.

Trattasi di una investigazione su due livelli temporali diversi. E’ una tecnica già ampiamente sperimentata, a mio avviso molto valida, che offre all’autore la possibilità di parlare di “altro”, creando così due fuochi attorno a cui, con moto ellittico, i personaggi si muovono.

Quello che mi ha presa molto è stato, ancora una volta, il loro modo di narrare le vicende.

L’Islanda è un altro mondo, completamente diverso dal mondo nordico, sicuramente noto e anche a suo modo affascinante.

Gli Islandesi hanno una delicatezza nel raccontare, che arriva diretta all’anima.

Anche dalle loro parti la “piaga” della violenza, in particolare della violenza sulle donne è un tema noto, dibattuto e raccontato, ma, se loro fanno parlare una donna anziana (in questo libro capita), riescono a farti pensare ad una tua persona cara anziana.

Come fanno? Non lo so proprio, ma questa loro capacità io l’ho sperimentata in diversi libri di diversi generi letterari.

Gli anziani sono la voce della vita vissuta. Sono il racconto di anni e anni in cui per diversi mesi la luce non c’è e bisogna confrontarsi col buio… quello vero… quello profondo… quello interiore, che non lascia scampo e che prima o poi ti viene a cercare.

In questo romanzo diversi personaggi arrivano alla resa dei conti col loro buio personale e l’autore è bravo, a mio avviso, a trasmettere ai lettori le varie sfumature. Siamo tutti diversi, quindi anche le nostre reazioni lo sono… e anche le loro.

E sono pochi: le comunità sono piccole ed è assolutamente plausibile che cinquant’anni e passa dopo, un fatto eclatante continui ad essere menzionato anche dalle generazioni successive, che magari ne hanno sentito parlare da un nonno.

E il puzzle piano piano si compone, e tu lettore non sai se quella persona che ha visto e sentito tutto sia ancora viva per raccontarlo al poliziotto in pensione che ritrova ritagli vecchissimi di giornale a casa di un anziano morto. Parte tutta una serie di “perchè” che fanno transitare il lettore da un fuoco all’altro dell’ellisse fino alla fine…

Lo sfondo? Sempre lei… L’Islanda, con la sua Luce e le sue Ombre profonde.

Venitemi a chiedere letture sull’Islanda, ne ho a bizzeffe, per tutti i gusti e tutti i generi. Io, da quando ho cominciato, mi sento ricca e so che prima o poi metterò piede sul suolo islandese e non lo dimenticherò mai.
Buona lettura
Recensione di Rita Annecchino
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