UCCELLI VIVI, di Samanta Schweblin (SUR)
Conoscevo questa scrittrice estremamente originale per il suo Kentuki, un romanzo distopico veramente interessante che nulla ha da invidiare alle storie della Atwood.
Ho ritrovato intatta la sua capacità creativa, la sua vena immaginifica molto oscura ma a tratti sottilmente ironica.
Uccelli vivi raccoglie venti brevi racconti che la scrittrice ha selezionato tra tutti i suoi scritti. Uno è addirittura del 2000 mentre gli altri appartengono ad una produzione più recente.
Interessante è vedere ed apprezzare il cambio di stile dato dalla maturità e dall’”anzianità di scrittura”.
L’evoluzione della lingua e l’ossessivo lavoro sul particolare che aumenta mano a mano che cresce l’esperienza della scrittrice si accompagnano ad una invariata capacità immaginifica che stupisce sempre i lettori della Schweblin.
Pur non essendo una grandissima amante della forma del racconto trovo che Uccelli vivi sia un libro che lascia con una idea di completezza e compiutezza che spesso trovo mancate nella forma breve.
Da leggere per chi è amante del genere distopico ma non rinuncia ad un sottotesto cinicamente ironico.
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