
TRE CAMERE A MANHATTAN, di Georges Simenon
Uno dei libri più intensi di Simenon. Questo grande scrittore ci presenta spesso ritratti perfettamente nitidi di personaggi comuni, della loro vita, dei loro sentimenti, dei loro stati d’animo. Lo schema è sostanzialmente simile: Simenon ambienta le sue storie in luoghi che conosce bene o che, comunque ha visitato, e presenta persone comuni, storie comuni, situazioni di ordinaria quotidianità. Poi scava….scava nei pensieri dei personaggi, nelle loro ossessioni, nelle loro paure, nei loro momenti felici. Noi, leggendo, scopriamo anche i nostri pensieri, le nostre ossessioni, le nostre paure, i nostri momenti felici.
La storia è inquadrata a New York nell’immediato dopoguerra. Un uomo, conduce un’esistenza malinconica e solitaria in un anonimo appartamento sperduto nel labirinto urbano della grande mela; la sua situazione è tratteggiata perfettamente: solitudine, malinconia, alcool. In un bar conosce casualmente una giovane donna. I due uniranno le loro solitudini e i loro destini. Simenon narra in terza persona i pensieri e gli stati d’animo dell’uomo combattuto da un sentimento di vero amore che nasce prepotentemente e una fortissima gelosia che non riesce a dominare. Centonovanta pagine di continue, introverse riflessioni su questo contrastato amore che nasce ma anche prepotenti marce indietro e dubbi a non finire sullo sfondo di una crepuscolare New York da camminare fra alcool e solitudine.
Un bellissimo affresco nel più riconoscibile stile di Simenon. Del resto in questo romanzo c’è molto di autobiografico. Simenon si ispira alla sua esperienza nuovaiorchese e all’incontro con la sua seconda moglie. Per chi ama Simenon da non perdere, per chi non lo conosce una occasione per cominciare.
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