TRALUMMESCURO – Ballata per un paese al tramonto FRANCESCO GUCCINI

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TRALUMMESCURO – Ballata per un paese al tramonto, di FRANCESCO GUCCINI.

Sì, è un libro di nicchia.
E tuttavia è un bel libro, nello stesso tempo poesia e dotta ricerca.

 

TRALUMMESCURO Guccini

Però i potenziali lettori, il target, come si dice nel linguaggio del marketing, dovrebbe avere certe caratteristiche : prima di tutto amare il Guccini cantautore (è sempre lui), poi avere conoscenza diretta o indiretta dei luoghi e dei tempi che vengono rievocati, infine essere interessati alle ricerche sui linguaggi.

Perciò, sul premio Campiello la vedo dura, anche se da semplice lettrice non conosco le dinamiche che regolano le scelte.
Mi auguro di sbagliare.

 

 

Un avvertimento : non leggetelo se siete a dieta, soffrireste troppo!

Quando il maestrone stava ancora a Bologna,
raccontano che era capace di tirare le quattro di mattina in certi locali tipo osterie, discettando di un vocabolo dal punto di vista etimologico, semantico o fonetico.
Per dire, la coerenza nella sua evoluzione.

Per questo dicevo, chi non è interessato…
perché questo aspetto è strettamente collegato alla rievocazione del suo mondo scomparso.
Soprattutto all’inizio l’uso di molti termini dialettali e arcaici può rendere difficoltosa la lettura, anche se in fondo ai capitoli c’è la traduzione.

Ma l’ amarcord di Guccini non è un mondo idilliaco, non vengono trascurati gli aspetti
più crudi di quella civiltà, però anche quando descrive, esempio, lo scuoiamento del coniglio o l’ammazzamento del maiale, sembra guardare quei fatti con gli occhi di allora, con la naturalezza di quando gli animali erano mezzo di sostentamento umano e non affettuosa compagnia nella nostra vita.

 

 

Eppure quella del Guccinone è davvero una ballata, che ci parla di una vita più vera, anche se più dura e faticosa.
Abbiamo barattato quella meno ansiogena accettazione della realtà con le molte comodità della vita attuale.

Dice ad un certo punto : “Oggi non c’è una cultura alta a sostituire quella vecchia.
Ha fatto il suo ingresso trionfale quella della TV, delle trasmissioni più trucide che formano le opinioni e le coscienze…”

Recensione di Ornella Panaro

 

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