STORIA DI UNA BRAVA RAGAZZA Arianna Farinelli

STORIA DI UNA BRAVA RAGAZZA, di Arianna Farinelli (Einaudi – gennaio 2025)

Recensione 1

È difficile ricostruire una storia dal principio, mettere insieme gli elementi, ricordare ogni crepa, i colpi inferti, i colpi subiti. Capire dove e quando ci siamo persi, e se è stato per distrazione o per noia, per insensibilità o per accanimento, che abbiamo smarrito il filo.

E niente in un periodo di grande stress e confusione mentale, ho bisogno di leggere. I libri alla fine mi mettono sempre in equilibrio e mi mantengono salda.

E cosa mi capita tra le mani? Il libro della Farinelli.

Che non ho letto, l’ho divorato.

Ogni singola pagina, ogni parola, ogni silenzio. Ho letteralmente divorato questo libro, come si divora un pezzo di vita, con fame, con rabbia, con amore. “Storia di una brava ragazza” mi ha rapita, risucchiata, strattonata dentro la vita di Arianna Farinelli, ma anche dentro la mia, e dentro quella di tante donne che ogni giorno lottano, spesso in silenzio, per farsi spazio in un mondo che continua a fingere di essere cambiato.

Io, che provo ad essere una donna che con ostinazione tenta di cambiare almeno un pezzetto di questa società, per amore di mia figlia Anita in primis, certo, ma anche per quella parte di me che si rifiuta di accettare il dolore come normalità, mi sono sentita scossa, toccata nel profondo, compresa. Questo libro non si legge soltanto: si vive, si attraversa, si piange, si abbraccia.

Arianna, meravigliosa e con una penna viva (perfetti e utili i dialoghi in romanesco), ci consegna brandelli della sua esistenza con un’onestà disarmante, raccontando esperienze che appartengono a tutte noi, in forme diverse ma con lo stesso sottofondo: quello del dominio maschile, della violenza sistemica, dell’umiliazione nascosta sotto veli di “normalità”. Entrare nella sua storia è stato come camminare scalza su vetri rotti, ma anche come ritrovare la propria voce dopo anni di silenzi. Ho ripensato all’università, ai primi anni di lavoro in tribunale, alle parole di certe relazioni…

Leggendo, ho riconosciuto “ferite” simili alle mie, ma anche a quelle di amiche, di sorelle, di madri, di clienti, di colleghe, di sconosciute. Perché, diciamocelo: ciò che è successo a me, succede anche ad altre. Troppe. E la cosa più spaventosa è che spesso queste storie rimangono sepolte, ignorate, minimizzate. Normalizzate.

Questo libro non ti consola. Anzi, ti provoca. Ti sbatte in faccia la realtà. Ti chiede di scegliere: vuoi continuare a far finta di niente o iniziare a cambiare qualcosa? Ti guarda negli occhi e ti obbliga a riflettere sulla condizione della donna oggi, su quanto poco sia cambiata la sostanza, anche se la facciata è stata ripulita e truccata per bene.

Non ci insegnano ad amarci.

Non ci insegnano a darci valore.

E quando lo facciamo da sole, veniamo subito etichettate: isteriche, esagerate, femministe-nel-senso-sbagliato.

Ma questo libro è un grido, un abbraccio, una sveglia. È un invito urgente a guardare con occhi nuovi, a non accettare più la violenza travestita da educazione, l’obbedienza scambiata per virtù.

Lo conserverò come dono da dare a mia figlia appena avrà l’età per capirlo.

Leggetelo. Donne, uomini, giovani, adulti. Leggetelo e lasciatevi destabilizzare.

Forse, un passo alla volta, inizieremo davvero a cambiare qualcosa

Recensione di Maria Elena Bianco

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Recensione 2

Qualche giorno fa ho letto su “Il libraio” un articolo sui “libri salvagente”, che venivano definiti opere ibride, a metà strada tra il saggio e il memoir, tra il diario personale e una vera e propria lettera d’amore per la letteratura. Si faceva riferimento a vari testi, come Libri che mi hanno rovinato la vita, di Daria Bignardi, Donna con libro, di Bianca Pitzorno, Amatissime di Giulia Caminito, libri che non ho letto di autrici che conosco: l’articolo parlava chiaramente del potere salvifico della letture e di come queste autrici – a ben guardare tutte donne – hanno raccontano il loro percorso attraverso le pagine che hanno segnato le loro esistenze, dai classici ai romanzi contemporanei, offrendo spunti di riflessione universali. Nel frattempo avevo trovato in un gruppo FC di libri e lettori un post su “Storia di una brava ragazza” di Arianna Farinelli – autrice che non conoscevo – che mi aveva incuriosito.

L’ho letto, anzi l’ho ascoltato, e mi è piaciuto. Mi sono ricordata di un libro letto, anzi ascoltato, un paio di anni fa – ma ce l’ho chiaro in testa, tant’è che lo cercavo nell’elenco dell’anno scorso – dal titolo “Sto ancora aspettando che qualcuno mi chieda scusa”, di Michela Marzano. Entrambi questi libri, approfittando del suggerimento de “Il libraio”, li definirei opere ibride, a metà strada tra il saggio e il memoir, tra il diario personale e una riflessione profonda sulla storia delle donne nel mondo e nei secoli. Riflessioni molto utili, che toccano tanti temi del femminile: piuttosto incentrato sulla questione del consenso e dell’abuso sessuale quello della Marzano, che fa ampi riferimenti al fenomeno del “me too”, più ampio, direi, quello della Farinelli che si occupa del ruolo sociale della donna e apre la mente a molte considerazioni su cosa la società si aspetta dalla donne ma anche su cosa noi donne ci attendiamo e pretendiamo da noi stesse e per noi stesse.

Letture molto interessanti, che consiglio, spunti utili per tutti, a mio parere: per le donne che hanno qualche capello bianco – come me – e che pensano “questo libro lo avrei potuto scrivere io”, non per presunzione ma perché aiuta a mettere in fila esperienze, riflessioni e informazioni che tutte o quasi abbiamo in testa; per quelle più giovani che potrebbe rendere più consapevoli nel loro percorso; per gli uomini con i capelli bianchi che non sempre si sono accorti di cosa accadeva nella parte femminile del loro mondo, e per quelli più giovani affinché riflettano sull’impegno che ancora oggi la società richiede alle loro colleghe, alle loro compagne, alle madri delle generazioni che saranno. Insomma un bel libro, di facile lettura ma di complesse riflessioni. Consigliato a tutti.

Recensione di Stefania Biscione

Abbiamo intervistato Arianna Farinelli e toccato molti temi importanti partendo dalla sua opera “Storia di una brava ragazza”

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