STONER John Williams

STONER, di John Williams (Fazi)

Recensione 1

Il libro racconta la vita quotidiana di un modesto professore universitario.

Recensione Stoner di John williams Recensioni Libri e News Unlibro
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E’ tutta qui la trama di Stoner, una lettura a prima vista decisamente anomala e spiazzante: nessun colpo di scena, nessun evento memorabile nella piatta, infelice, grigia vita di William Stoner, oggetto di un romanzo che ha conosciuto un inatteso successo (almeno in Italia), a quarant’anni dalla pubblicazione.

Superata la prima, sorpresa, reazione però il lettore attento si renderà conto che Stoner non è affatto una meteora nel panorama letterario, anzi appartiene a quella categoria di personaggi sconfitti in partenza, che dalla vita si fanno trascinare più per mancanza di fantasia che per incapacità: l’indolenza di Stoner non è dissimile a quella di un Oblomov o a quella di Coniglio, personaggio che ha diversi punti di contatto con il professore di Columbia.

 

 

Che cosa attira, dunque, i lettori moderni, che avrebbero ben altri riferimenti letterari ai quali guardare, se il loro intento fosse solo di analizzare la psicologia di un uomo passivo? Il fatto è che il libro di Williams, così impersonale, così volutamente piatto, finisce per creare un forte effetto di straniamento e il lettore si trova coinvolto nella storia non dal punto di vista emotivo, ma da quello di un personaggio qualsiasi. In sostanza, è come se ci fosse dato di spiare il vicino di casa: per quanto banale e noiosa possa essere la vita che conduce, è la possibilità di entrare, non visti, nella sua intimità e poter constatare con mano quello che abbiamo sempre sospettato sul suo essere un comune povero diavolo, finendo per rivolgergli la nostra simpatia perché, nonostante tutto, la sua esperienza esistenziale non è affatto negativa.

 

 

Sebbene il clamore suscitato da questo romanzo sia stato dovuto più a un’attenta strategia di mercato che non da una meditata riflessione letteraria, la lettura di Stoner può essere intrapresa da quei lettori incuranti delle mode e desiderosi di affrontare un testo in grado di suscitare dibattiti.

Recensione di Valentina Leoni

 

Recensione 2

In primis vorrei ringraziare facebook, in particolare i gruppi di lettura cui faccio parte  che ne hanno abbondantemente parlato, perché io questo libro non lo avrei mai comprato e di conseguenza letto.
Non avrei scoperto la solenne quiete di un uomo consapevolmente prigioniero della sua indefessa volontà nel rimanere alieno di un mondo di cui, malgrado tutto, ne ha fatto parte.
L’ho letto a voce alta e il suono delle parole sono fluite morbide nell’aria: nessuna alterazione, nessun picco ha turbato lo scorrere poetico del racconto.
Stoner è figlio di terra incolta, è uomo dalle passioni incenerite da se stesso, un personaggio che lascia in ogni caso un’impronta delicata lungo il perimetro in cui è vissuto. Questa, nel vorticoso mondo esterno, destinata comunque a sparire alla luce del susseguirsi inesorabile del tempo e dello spazio, ma a rimanere, al contempo, indelebile, come fossile in una pietra calcarea, nel cuore del lettore sensibile ai misteriosi quesiti esistenziali.
Stoner joha Williams
Nella pacatezza di un egoismo latente, Stoner è il frutto di quelle passioni sopite in nome di quel crudele equilibrio che la maggior parte degli esseri aspirano. Un antieroe, nel senso leggendario della parola, un uomo monocorde e inespressivo ma un “capolavoro” se raccontato da una scrittura sensibile, dall’ implacabile chiarezza abbinata a un tocco delicato.
Tutti i personaggi, dalla moglie isterica alla figlia bulimica, dall’unico amico decano dell’università, al rettore, che ruotano intorno al protagonista, appaiono figure disperate che cercano di scappare da quel labirinto mostruoso dove il nostro antieroe li tiene prigionieri con i fili del suo implacabile egoismo.
Stoner non è vittima del suo destino, assolutamente no, anzi appare abbastanza lucido e consapevole nel trascinarsi passivamente lungo quel perimetro conquistato con fatica e che sembra tenere stretto con le mani grandi e rozze, eredità del suo passato.

E nulla trabocca oltre il limite, tutto rimane entro la norma perché cosi deve essere, e anche la passione con Katherine, l’unica apparente ribellione, si dissolve tra nubi evanescenti. La maggior parte dei lettori avrà la sensazione di riconoscersi in quel professore universitario che chiude le porte a una conoscenza imprevedibile e senza schemi trincerandosi nella sapienza sterile affinché l’equilibrio, sino all’ultimo, non subisca scossoni.”Non si dovrebbe chiedere a uomo di lettere di distruggere ciò che ha passato la vita a costruire”

Recensione di Patrizia Zara

Recensione 3

Cosa c’è di speciale in questo romanzo?

Come scrive Peter Cameron: “La verità è che si possono scrivere pessimi romanzi su delle vite emozionanti e che la vita più silenziosa, se esaminata con affetto, compassione e grande cura, può fruttare una straordinaria messe letterararia”
“Stoner” è un libro che fa riflettere, che fa andare oltre l’apparenza e dove è necessario poter leggere tra le righe e scovare qualcosa di particolare.

Ma chi è Stoner? Sicuramente un eroe della normalità.
Intorno alla sua vita ruotano diverse donne: la madre, la moglie, la figlia, l’amante, ma con nessuna di loro riuscirà a costruire un rapporto significativo.

In questo romanzo non succede apparentemente nulla, ma sotto un’apparente normalità avviene la trasformazione del protagonista. I suoi pensieri, le sue mancate prese di posizione rendono Stoner davvero reale. Un professore incompreso, ma è anche un uomo che subisce gli eventi senza nemmeno provare a cambiarli.

 

A dire il vero una certezza quest’uomo c’è l’ha, l’amore per la letteratura, per il linguaggio e il mistero della mente. La sua continua ricerca di un senso nell’ insegnamento contrapposto ad un matrimonio da subito fallimentare riveleranno il bisogno di dare un ordine a sé stesso.

È un libro dalla scrittura semplice ma attraverso il quale il lettore si trova a porsi quesiti quanto mai profondi: “che cosa conferisce valore e significato alla vita? Che cosa significa amare?

Così a volte chiudendo il libro ero portata a elaborare il racconto attraverso inevitabili riflessioni. Ed allora William Stoner usciva fuori dalle pagine del romanzo, per diventare elemento di meditazione su tanti interrogativi di questa esistenza.

Recensione di Marzia De Silvestri

 

Recensione 4

Attraversare la vita, con garbo, con discrezione, con dignità. Accettare l’attesa e la sfida e la sconfitta con la consapevolezza dell’inevitabilità della perdita, anche dietro una vana apparenza di vittoria. Essere uno ma anche tanti, essere nessuno ma anche tutti. Fare della normalità la propria passione e dello straordinario la normalità.

Tutto questo è Stoner.

È la storia di ‘un uomo’ che è paradigma ‘dell’uomo’, è la storia di una vita che può essere tante vite. Una vita condotta a testa bassa, ma sempre con la schiena dritta; una vita che a tratti si perde, ma che non si smarrisce mai completamente.
Il dolore si stempera a contatto con l’inevitabilita’ degli eventi e diventa semplicemente passaggio; l’accettazione diventa eroismo, l’eroismo di esserci, di resistere, di non soccombere all’incontrollabile, all’altro da noi, nostro amico o nostro terribile nemico.

 

 

Stoner, il mite (e qualcuno direbbe il mediocre), guarda avanti accettando i propri limiti e, nel contempo, i limiti di chi gli sta attorno, senza avere mai la presunzione di cambiare o di cambiarli, consapevole di essere isola, atomo finito che galleggia in un mare troppo grande, infinito.

Ma, in fondo, chi riesce ad attraversare la vita così ha già conquistato il dono della leggerezza… perché l’anima – come la vita – è soffio e il soffio ritorna, libero, all’aria.

Recensione di Esterina Guglielmino

 

Consigliato dalla Libreria Taborelli ,dalla Libreria Giobertie dalla Libreria Kiria

Menzionato anche nell’intervista alla Libreria Pagina 348  

Per questo titolo potete ascoltare anche una video-recensione QUI

STONER John Williams

 

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