QUEL CHE SI VEDE DA QUI Mariana Leky

QUEL CHE SI VEDE DA QUI Mariana Leky Recensioni Libri e News

QUEL CHE SI VEDE DA QUI, di Mariana Leky (Keller)

 

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Recensione 1

Sinossi

Selma vive in un paesino del verde Westerwald e può prevedere la morte. Ogni volta che in sogno le appare un okapi, qualcuno lì intorno muore nel giro di ventiquattr’ore, minuto più, minuto meno. Tuttavia, i sogni non rivelano mai chi stia per morire. E come si può immaginare, nel lasso di tempo tra il sogno e il compimento del triste fato tutti vivono in uno stato di agitazione.

Commento

Leggendo questo libro mi sono ritrovata spesso a desiderare di essere una piccola coccinella appollaiata sulla spalla di Luise, per poter entrare in casa di Selma. Me la sono immaginata quella cucina, ma guarda caso, le mie immagini mi riportavano sempre e solo alla cucina della casa di mia nonna. Non importa quale sia il suo nome: la “Nonna” è un’entità universale. La casa della nonna avrà sempre odori, colori, suoni, che non esistono da nessuna altra parte, ma che per noi significano “casa” in tutti i più disparati significati.

Questa storia ruota attorno ad una Nonna e alla sua casa tutta storta, che sicuramente un giorno o l’altro si accartoccerà su se stessa…ma magari no!

Questa storia parla d’amore, ma non dell’amore sdolcinato e palesemente ingigantito delle poesie sentimentali: si tratta di un amore sottile, non scritto e non detto, quindi non fatto di parole, ma di gesti, di consuetudini e, perchè no, di molto scetticismo.

 

Questa storia parla inoltre di Alaska, che qui è un cane, anzi più precisamente si tratta di una “esternalizzazione del dolore” detto alla maniera del Dott. Maschke.

Questa storia parla di un ottico e del suo forottero che pare che preveda il futuro…
Questa storia parla…parla…parla.

Anzi no, è la Nonna a parlare, e io mi sono messa in ascolto col cuore e coi ricordi, perchè in questa storia tutti ci chiamiamo Luise e quindi, la Nonna sta parlando a ognuno di noi nei suoi mille modi diversi per arrivarci nel cuore.
Spoiler piccolo piccolo? D’accordo: per arrivare al mio cuore, Nonna Selma ha usato una sottile vena di ironia che mi ha letteralmente stregata.

Leggetelo, fa bene all’anima

Recensione di Rita Annecchino

 

 

 

Recensione 2

Ci sono romanzi che restano nel cuore, altri che si dimenticano subito o che lasciano poco di loro dentro di noi.
“Quel che si vede da qui”, di Mariana Leky per le edizioni Keller Editore, non appartiene a nessuna di queste categorie. È un romanzo speciale.
Mariana Leky usa con maestria una scrittura ammaliante, originale, colta ed espressiva e inventa un mondo così esclusivo da restare nel cuore. Il suo romanzo è una favola, dolcissima, che si interiorizza e resta attaccata alla pelle; a fine lettura mi sono sentita “a stomaco vuoto”, mi mancava qualcosa, qualcuno, per l’esattezza.
Perché i personaggi della storia si appiccicano addosso e perderli è davvero doloroso.
“…non bisogna lasciarsi intimidire da un borioso addio, che gli si può sfuggire eccome, perché tutti gli addii sono negoziabili finché nessuno muore…” (pag 149)
L’atmosfera che si respira nella lettura è di pura tranquillità, di serenità; le braccia di Selma, le sue parole, anche i suoi sogni, danno un senso di protezione, si percepisce una sicurezza. Ma tutti gli abitanti della “bizzarra comunità di Westerwald” sono speciali e restano attaccati al cuore: l’ottico, Elsbeth, e poi naturalmente Luise e Martin e Alaska.
Un romanzo intelligente, una narrazione distensiva ed appagante che affronta temi importanti con grande freschezza narrativa: la vita, la morte, la lontananza, l’amore. Non si può commentare ulteriormente, perché le sensazioni sono molto soggettive. Per me, un piccolo capolavoro.
Recensione di Lauretta Chiarini
Titolo presente anche in Un Libro in un Tweet

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