Premio Goncourt 1956: LE RADICI DEL CIELO Romain Gary

Premio Goncourt 1956: LE RADICI DEL CIELO, di Romain Gary (Beat)

La seconda metà del ‘900 si apre con il desiderio di nascondere le cicatrici lasciate dai più sanguinosi conflitti della storia. Piuttosto che interrogarsi, il mondo preferisce la rimozione dei propri ricordi spiacevoli. È un comportamento irrazionale, quindi tipicamente “umano”, dunque pericolosamente infruttuoso.

Un uomo bianco si aggira per l’Africa subsahariana. Si chiama Morel e non ha un bell’aspetto. È sciatto e scarmigliato come un vagabondo, ha l’ostinazione del folle, la lucida determinazione dell’invasato. L’intensità ipnotica del suo sguardo e la sicumera del suo contegno lo rendono inviso a molti, ma quei pochi che si soffermano a osservarlo oltre le apparenze ne rimangono affascinati, ne sono irresistibilmente attratti, sono pronti a seguirlo ovunque.

Morel è il promotore di un’iniziativa inedita e impopolare: una petizione per abolire la caccia all’elefante in tutto il continente africano. C’è chi lo snobba con sussiego, c’è chi lo deride, c’è chi lo accusa di essere un sobillatore, chi lo ingiuria pesantemente. Si scatena il festival delle dietrologie: nessuno crede davvero alla genuinità del suo animalismo. Tutti cercano una motivazione recondita di carattere politico, di tipo venale, di matrice filosofica, di natura esistenziale. Nel continente dei bracconieri, del colonialismo becero, dello sfruttamento incontrollato, sembra impossibile che qualcuno possa combattere semplicemente in difesa della natura.

Messo alle strette, Morel passa presto all’azione, tramutandosi in una sorta di guerrigliero che ferisce e punisce i cacciatori. Di colpo, diventa un personaggio popolare e gli occhi della stampa internazionale sono puntati su di lui. La sua figura viene presto mitizzata, idolatrata, ammantata di leggenda e poesia. Ma i nemici non tardano a presentarsi, cercando in ogni modo di ostacolarlo…

Romain Gary ha inventato un personaggio meraviglioso, un vero re dell’idealismo, del principio filosofico, del puntiglio, dell’intransigenza… e gli ha donato una corte di figure affascinanti: personaggi talmente ben caratterizzati da risultare indelebili. Se lo stesso Morel può risultare, per certi versi, una sorta di alter ego del suo autore, Minna, l’ingenua protagonista femminile di quest’opera, richiama alla madre dello scrittore (in primis per il nome). Minna è una giovane bellissima ma svampita, ingenua ma seducente, avventata ma sensibile, ignorante ma empatica. Minna mercifica il suo corpo ma preserva la purezza della propria anima, professa lo scissionismo fra l’elemento corporale e l’essenza spirituale dell’essere umano. Minna è assurda. Minna è ridicolmente vanesia in apparenza, ma terribilmente profonda nella sostanza.

C’è l’odioso Monsieur Orsini, la tipica malalingua, il distributore di veleno e zizzania.

E poi c’è Waitari, un giovane ciadiano divorato dalla cieca ambizione di essere un leader politico. Vorrebbe diventare un “Napoleone nero”, il redentore di tutti i popoli africani. Mescola teorie marxiste con principi filosofici utilitaristici e si perde nelle contraddizioni. Accanto a loro ci sono tanti altri “caratteri” notevoli, che contribuiscono a rendere questo romanzo coinvolgente e piacevole.

Ogni personaggio è emblematico ed è pensato per rappresentare i tipici atteggiamenti riscontrabili nell’umanità di tutti i tempi. Ciascuno ha un ruolo e lo recita alla perfezione per inscenare quest’opera tragicomica, che sembra incanalarsi nel sentiero della satira ma che si rivela presto molto più profonda delle premesse.

Con efficacia magistrale, si passa dall’ironia farsesca all’introspezione filosofica, dalla comicità al dramma, dal pettegolezzo alla riflessione cosmogonica, dallo scherzo alla speculazione filosofica.

Romain Gary sapeva divertire e commuovere, allo stesso tempo, ma soprattutto sapeva scrivere e intrecciava magicamente i diversi piani temporali della narrazione senza perdere mai fluidità e piacevolezza. E siccome lui stesso è stato un grande personaggio, vi lascio nel primo commento al post un link che rimanda a un interessantissimo articolo sulla sua vita straordinaria…

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