Non mi è piaciuto. Non mi è piaciuto per niente. Non c’è nulla da fare. LOLITA Vladimir Nabokov

Lolita Nabokov

Non mi è piaciuto. Non mi è piaciuto per niente. Non c’è nulla da fare. LOLITA Vladimir Nabokov

 

Non mi è piaciuto. Non mi è piaciuto per niente. Non c’è nulla da fare. Sono stato anche sul punto, almeno un paio di volte, di abbandonare la lettura.

Si tratta di un grande classico, di quelli che un appassionato esploratore del mondo letterario comprende almeno nell’elenco esteso dei libri da leggere.

La storia è nota e, nelle sue linee essenziali, abbastanza semplice. Siamo a metà del secolo scorso e il professor Humbert Humbert racconta in prima persona la sua storia. Humbert è un pedofilo e pur riconoscendo la sua situazione come aberrante si racconta senza filtri. Recatosi negli Stati uniti conosce una dodicenne di cui si incapriccia e ne sposa la madre per tenere la ragazzina accanto a se. Dopo la morte accidentale della neo-signora Humbert tra il nostro protagonista e Lolita si instaura uno strano rapporto in precario equilibrio fatto di sesso senza maturità e consapevolezza. In un universo amaro e decadente Humbert scarrozza la ragazzina in giro per l’America tenendola, di fatto, prigioniera dei sui impulsi. Uno strano circo senza un vero futuro, forse la parte migliore del libro. La parte finale ovviamente non la racconto ma è riservata solo a chi legge il libro.

Diverse centinaia di pagine per me abbastanza vuote. Si, è vero, Nabokov ci regala bellissime descrizioni e ambientazioni ed esamina mirabilmente i pensieri del protagonista. Li seziona. Ma il libro è lungo, è noioso, la trama è insulsa. Ecco l’ho detto. Ora ditemi voi cosa ne pensate e criticate pure il mio punto di vista.

Recensione di Stefano Benucci
LOLITA Vladimir Nabokov

L’isola dei tesori, dove gli animali sono preziosi

4 Commenti

  1. Caro Stefano, non a tutti può piacere lo stesso libro sennò perché esisterebbero i “gusti personali”?
    Ti suggerisco solamente di riflettere su quando è stato pubblicato il libro di Nabokov:a Parigi nel 1955 e dieci anni dopo in Russia. Fece un gran scalpore la trama che ai tempi era non solo originale, ma scabrosa. Oggi a un lettore come te, che avrai di certo letto di queste trame in altri libri, il romazo sembra noioso e la trama insulsa. Di certo il libro ha le sue rughe, ma fa ancora parlare di sé e c’è chi lo trova “disturbante”. Forse è questo lo scopo dei libri: disturbare, muovere gli animi e far discutere.

  2. Ti ringrazio del contributo che in buona parte condivido. Ho letto questo libro perché cerco di leggere un po’ di tutto ed in particolare, ogni 5-6 libri, cerco di inserire un grande classico. Leggere è come bere e mangiare, ci è indispensabile e ci serve per essere migliori. Leggo Topolino, Simenon, Manzini, Pratolini, Rigoni Stern, Steinbeck, Zola e centinaia di altri titoli, autori, collane con lo stesso entusiasmo. A volte mi trovo di fronte a una vera e propria scoperta che mi entusiasma. Alcune opere però talvolta mi restano indigeste e così capita anche di abbandonare la lettura con il vago proposito di riprenderla (ti faccio un paio di esempi: Il processo di Kafka e Il lupo della steppa di Hesse non sono riuscito a finirli).
    Certi classici sono abbastanza difficili e un po’ indigesti. In parte anche la traduzione potrebbe influire e inquinare in parte la fluidità dello stile letterario ma io non sono in grado di leggere le opere in inglese.
    Io credo che la contestualizzazione temporale sia essenziale nella lettura di un testo ma questo non può cambiare più di tanto il risultato finale. Prendiamo ad esempio degli autori che hanno scritto più o meno nello stesso periodo di Nabokov: Giorgio Bassani, Irene Nemirovsky, Dino Buzzati. Grandissimi scrittori, narrazioni un po’ lente, anche un po’ noiose in alcune parti, ma a me hanno entusiasmato. Leggerli è stato un piacere e un privilegio. Mi hanno lasciato tantissimo.
    Lolita l’ho letto con motivazione e senza pregiudizi ma non mi ha lasciato niente. L’ho trovato davvero vuoto, insipido. Non posso farci niente. Si. C’è la penna del grande scrittore ma a me non è bastata.
    È solo un giudizio personale. Devo dire però che il mio giudizio è condiviso da molti. Per quel che può contare il post originario su fb da cui è tratta questa mia “recensione” ha ricevuto più di 100 commenti divisi più o meno alla pari tra accaniti sostenitori e altrettanto accaniti detrattori di questo libro. Qualcosa vorrà dire, evidentemente è un’opera divisiva.
    Mi sono anche chiesto il perché di tutto il successo di questo libro e sinceramente non so darmi una risposta. Ma forse una risposta c’è. Siamo individui pensanti e diversi e questa è forse la cosa più importante. Ognuno ha un approccio diverso alle letture e ognuno vi trova valori, stili, atmosfere diversi. Non è bellissimo?

    • No, non e’ affatto bellissimo. E’ desolante constatare che chiunque (me compreso, ovviamente) possa commentare un’opera come Lolita con straziante facilità.

  3. Lolita spiegato a livello Bignami qua:

    https://josephnmercado.medium.com/why-read-lolita-6ff1fe81caae

    ci sono migliaia di articoli sul perché questo libro sia importante, e debba essere letto. Ci sono tesi di laurea, di dottorato; nelle scuole russe viene insegnato come lettura obbligatoria quando han 14 anni. Lo leggono tutti, perché è importante.

    Qualsiasi recensione che nasca da un punto di vista di gusto personale, non è una recensione, è una discussione da bar, che, come tale, dovrebbe rimanere in un bar. Traduco nel caso il senso sia perduto: se uno commenta una partita di calcio, dice come giocano i giocatori in campo, non se gli piace di più questo o quell’attaccante.

    Similmente, uno che non riesce a finire il Processo di Kafka (per me, lettura obbligatoria a 17 anni perché parte del programma scolastico), forse non dovrebbe interessarsi di letteratura.

    Meditate.

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