LO SCANNATOIO (L’assommoir), di Émile Zola

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Zola Émile • Lo scannatoio (L’assommoir) • anno 1877 Zola continua la sua saga dei Rougon-Macquart narrandoci le vicissitudini di una famiglia operaia che vive, ai limiti dell’ indigenza, nei sobborghi di Parigi.

Una tragica parabola, comune a molte se non a tutte le famiglie di quel tipo, che finisce, a causa dell’ozio e dell’alcol, in una fatale degenerazione con promiscuità sessuale e in generale nessun valore morale. Gervaise è la protagonista assoluta, un esserino di cui il destino non ha nessuna pietà disegnandole una parabola fatalmente discendente e ciò non solo per il contesto sociologico in cui la vicenda si dipana ma anche per le sue scelte, per i no non pronunciati, per l’incapacità di imporsi in momenti cruciali e di seguire il rigore invece di lasciarsi andare.

 

 

Nonostante ciò Gervaise. è a mio parere, una figura estremamente positiva. Ama con tutta se stessa e lo dimostra all’inizio del romanzo, quando aspetta il suo amato tutta la notte e in seguito al risveglio di una Parigi ancora sonnolenta, nell’inconsapevolezza ma anche nella paura di essere stata abbandonata, si determina ad aprire una sua attività, dopo aver sgobbato per anni, e ci investe tutta la sua energia vitale, cura con tutta se stessa il marito precipitato dal tetto. È vero fallisce, ma almeno ci ha provato!

 

 

A metà romanzo ho iniziato a capire che quelle circostanze, quei comportamenti non sono così lontani, come mi erano sembrati, dai comportamenti tenuti da persone della nostra società (soprattutto se intesa globalmente, come mondo intero). E se si va oltre il modo di vestire ed alcuni modi di comportarsi, ormai desueti o superati, dei protagonisti, ci si rende conto che la miseria e le aberrazioni fanno ancora parte della nostra vita, come tanti miei clienti in questi anni di attività mi hanno dimostrato.

Non c’è bisogno di recerai in paesi poverissimi e sovrappopolati per avere conferma di tutto ciò, perché anche in Italia si muore ancora di fame e alcune (troppe) persone subiscono maltrattamenti.

 

Recensione di Barbara Gatti

LO SCANNATOIO (L’assommoir) Émile Zola

 

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