LE LACRIME DI NIETZSCHE David Irvin Yalom

LE LACRIME DI NIETZSCHE David Irvin Yalom

LE LACRIME DI NIETZSCHE, di  David Irvin Yalom

Sento di aver finito un libro e di poter passare ad altro solo dopo aver raccolto e riordinato i pensieri e le emozioni che in me sono scaturiti.

In questo caso ho dovuto lasciar passare qualche giorno; quelle pagine infatti mi hanno imposto un notevole lavorio intrapsichico.

L’autore, non a caso, è un analista e psichiatra di chiara fama per cui sa bene come parlare direttamente all’anima.

Fin de siècle, inverno viennese, i protagonisti della storia sono il dottor Breuer e Nietzsche.

Il primo è impegnato nei primi tentativi di cura psicologica, il secondo è in preda ad una profonda crisi personale e in condizioni fisiche preoccupanti.

 

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Assistiamo ai primi passi del la psicoanalisi.

Il racconto è così coinvolgente, il tono narrativo così carezzevole che in poche pagine anche chi legge è seduto in quei salotti, impegnato a scandagliare il proprio animo e pronto ad ascoltare le confessioni sussurrate dal medico viennese e dal filosofo del duemila.

Quanta sapienza, quanta competenza stanno sullo sfondo di quei colloqui, ma anche quanto dolore, quanta poesia e quante lacrime.

 

Ho ritrovato in queste pagine tutte le domande di senso che animano le mie giornate, tutte quelle domande che chiedono ascolto almeno se non delle risposte.

Storia e fantasia si intrecciano sapientemente.

Lou Salomé, giovane donna di origini russe, affascina qualsiasi essere umano l’avvicinasse.

Non fanno eccezione Nietzsche e Paul Rée, con i quali instaura un complicato rapporto a tre.

Ammalia chi l’avvicina con la sua bellezza, la sua intelligenza, la sua libertà esuberante e per il suo pensiero di avanguardia.

Quella donna capisce gli altri meglio di quanto essi stessi si capiscano; rapidissimamente diventa gli altri, assume i loro colori e le loro ombre ed è fra i pochi in grado di fare sue le scintillanti sentenze del filosofo proposte nelle sue opere.

Per Nietzsche la bella Salomé diventa ossessione.

 

In lei aveva visto un’interlocutrice di rara profondità, l’unica alla quale affidare i suoi pensieri; purtroppo la bella Salomé si avvicina sempre più a Rée.

Nietzsche esce stravolto dalla fine di questo rapporto, ebbro di solitudine.

Nessuno, forse, aveva sofferto la solitudine come lui in quegli anni. Era quasi cieco. Aveva continue emicranie. Abitava in camere ammobiliate e modeste pensioni.

Questa è storia.

A questo punto la fantasia prende il sopravvento e ci racconta una storia alla quale ci piace credere: Lou, profondamente preoccupata per Nietzsche avvicina il dottor Breuer nella speranza che almeno lui riesca ad alleviare il dolore straziante con il quale il filosofo condivide le sue giornate.

 

Breuer escogita uno stratagemma che gli consentirà di esplorare gli abissi di quell’anima nobile e nel contempo trovae soluzione anche alla sua ossessione per Anna O.

Atmosfera delicata, scorrevole lo stile di scrittura, profondi i contenuti.

Un libro che parla al cuore.

Recensione di Gabriella Calvi

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Vedi anche l’articolo Perché leggere la trilogia dei filosofi di Irvin Yalom 

 

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