LE INTERVISTE DEL PASSAPAROLA DEI LIBRI – Libreria Bodoni/Spazio B Torino

Libreria Bodoni/Spazio B Torino
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IL PASSAPAROLA DEI LIBRI HA INTERVISTATO Massimo Minuti della libreria Bodoni/Spazio B Torino

Parlateci di voi. Chi siete e quando nasce la vostra attività?

La Libreria Bodoni/Spazio B compirà il suo quinto anno di attività a inizio dicembre. Siamo una libreria giovane ma che si è ritagliata uno spazio di credibilità nel mondo libraio torinese, e lo dico senza presunzione. Abbiamo creduto fin dall’inizio, anzi ancora prima, nell’importanza di creare uno spazio dove far convergere idee, progetti, impegno, attenzione partendo da uno strumento di elezione unico: il libro.

Libreria Bodoni/Spazio B TorinoChe tipo di lettori frequenta la vostra libreria?

È un lettore con molti interessi che spaziano dalla narrativa, alla saggistica, alla fotografia, al design: attento, informato, alla ricerca della qualità e interessato al confronto.

Lettori si nasce o si diventa?

Credo che lettori si diventi ma, senza dubbio, ci deve essere una naturale predisposizione che deve essere coltivata e nutrita dalla più tenera età. Come il talento.

 

Essere librai nel 2019: che cosa è cambiato nel mestiere del libraio e nel ruolo del lettore, negli ultimi anni?

Il mestiere del libraio è molto cambiato negli ultimi anni, soprattutto in funzione di un mercato complesso e estremamente competitivo. Si è perso “il romanticismo” che ha sempre caratterizzato questo lavoro, costringendo il libraio a diventare imprenditore.

Lettura e reti sociali: che cosa ne pensate di questo binomio? Si può essere “social” continuando a essere lettori? Quanto e come siete presenti sulle reti sociali e che impatto hanno queste sulla vostra attività?

Sì, si può essere entrambi. L’importante è però essere lettori: poi si può comunicare sui social. Noi siamo presenti sui social in modo costante, cercando di porre sempre l’attenzione al libro e agli eventi/presentazioni che proponiamo. Facebook, Instagram e Twitter sono usati in modo funzionale.

Nel nostro gruppo ci sono titoli che ormai hanno raggiunto lo stato di “libri di culto” o veri e propri tormentoni, come Il caso di Harry Quebert o la Saga dei Cazalet, non sempre a causa della loro qualità artistica ma grazie, soprattutto, a un passaparola costante sulle reti sociali: quali sono i titoli il cui successo vi ha maggiormente stupito e che idea vi siete fatti del motivo di questo successo?

 

 Libreria Bodoni/Spazio B TorinoIl passaparola dei lettori è sempre l’elemento fondamentale per decretare il successo, in termini di vendite, di un libro. Più di qualsiasi altro strumento di marketing e comunicazione. La “qualità” è sempre funzionale alle caratteristiche di chi legge e non è direttamente proporzionale ai risultati in vendite e notorietà: credo si debba distinguere in base a quanto il libro trasmetta “singolarmente”. Non amo disquisire sul tema “letture di serie A e di serie B”: esistono oggettive differenze ma prima di tutto viene il rispetto per i lettore, la lettrice e il lettore. Sono pochissimi, si sa: perché etichettarli?

Qual è il titolo che, secondo voi, diventerà il prossimo “tormentone”?

Proprio per quanto si diceva prima, è sempre difficile prevederlo. Ci sono molti margini di errore. Però mi sbilancio: la saga dei Florio di Stefania Auci. È appena uscito il primo volume – I leoni di Sicilia, edito da Nord – di quella che sarà una Trilogia che a mio avviso diventerà un caso editoriale (lo è già, e siamo solo all’inizio…)

In molti, sul nostro gruppo, si lamentano del fatto che è diventato molto difficile invogliare alla lettura i giovanissimi: in base alla vostra esperienza è vero che i ragazzi leggono sempre di meno? Esiste una strategia che scrittori, librerie, case editrici o chiunque abbia a che fare con giovani lettori potrebbe utilizzare per interessarli di più?

È difficile invogliare alla lettura i più giovani: quei pochi che già riconoscono nella lettura un piacere e uno strumento di crescita e confronto sono molto esigenti e sanno bene cosa desiderano leggere. Il vero lavoro si deve fare con tutti gli altri che hanno un approccio difficile con il libro: le loro richieste devono essere accontentate, proponendo letture a loro vicine per vissuti e sentire. A volte – ma non è mia intenzione criticare il lavoro degli/delle insegnanti– le letture scolastiche sono un deterrente che invece di avvicinare, allontana.

Forse è importante trovare il “momento” giusto” che avvicini lettura (del classico) e lettore.

E in questo i librai possono avere un ruolo: infatti quando c’è sinergia tra le due figure professionali, i “risultati” si hanno.

 

Come vi ponete nei confronti della lettura digitale? La considerate una risorsa o una minaccia per la vostra attività e per il futuro dell’editoria?

Il mercato italiano, nonostante la paura iniziale, non è mai stato realmente condizionato dall’e-book. Molti hanno scelto il libro elettronico per comodità ma molti di questi sono soliti acquistare anche la versione cartacea. “La lettura, si sa, crea dipendenza!”

Noi non li demonizziamo: sembra un paradosso (non lo è…) ma crediamo nel valore della lettura. Lo strumento poi è secondario.

Certo, si deve continuare ad andare e acquistare in libreria: sono attività commerciali – non dimentichiamolo – e necessitano del sostegno di tutti.

Non serve poi disperarsi – sui social! – delle chiusure delle librerie…

Consigliate un libro, secondo voi imperdibile, ai nostri lettori.

Il libro dell’acqua e di altri specchi di Nadeem Aslam ed edito da add editore: un romanzo con la R maiuscola, ricco e evocativo, attuale e vero. Narra il Pakistan di oggi, le sue contraddizioni e il conflitto interno che lo sta dilaniando, attraverso lo sguardo di personaggi che rimangono impressi nella memoria emotiva di chi legge. Aslam è uno scrittore di grande sensibilità e dotato di un talento indiscutibile.

 

redazione@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

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