LE DONNE DI LAZAR’ Marina Stepnova

LE DONNE DI LAZAR’, di Marina Stepnova (Voland)

Curiosando in Internet, in merito a nuovi libri da poter mettere in lista, mi sono imbattuta in questo titolo – e siccome amo le saghe, ultimo libro letto era ‘I giorni dll’abbondanza’- l’ho ordinato dalla mia libraia.

La lettura de Le donne di Lazar’ ha soddisfatto le mie aspettative: la storia si svolge in Russia, dai primi del ‘900, fino alla fine degli anni ’90, passando per la Perestroika, e la scrittrice delinea in maniera precisa e puntuale tutti i cambiamenti politici e sociali di questa nazione, quasi che leggendo sembra di vivere realmente le vicende dei personaggi, tutti altrettanto ben caratterizzati.

Il protagonista è Lazar Lindt, giovane ebreo dai capelli pidocchiosi, destinato a diventare un luminare del mondo accademico, grazie anche al suo mentore Caldonov e alla moglie di quest’ultimo – Marusja – che lo accoglie come un figlio, mentre Lindt intravede in quell’amore materno, un amore ma mai corrisposto.

La seconda donna della vita dell’accademico Lazar’ è Galina Petrovna, sua moglie, in virtù di un matrimonio forzato, di quasi vent’anni più giovane di lui; quindi la terza, la nipotina orfana Lidočka, grande promessa della danza classica.

I rapporti tra nonna e nipote sono freddi: “ben presto apparve chiaro che, con i suoi cinque anni, la piccoletta era una croce non solo pesante ma di una scomodità incredibile”.

Mi è piaciuto leggere questo libro dove la vita di Lazar’ si incrocia con i destine delle tre donne, per la prosa scorrevole, resa vivace dal registro linguistico a volte confidenziale e a tratti più aulico.

Questa lettura mi ha parlato di mia figlia che adora il profumo Poison di Dior, “una fragranza dal profumo leggendario ma che all’epoca era una novità” (e Galina Petrovna lo aveva pagato 300 rubli) che io invece non amo e che aveva provocato a Lidočka “uno stordimento quasi immediato”; mi ha riscaldato il cuore con la descrizione di Marija Nikitična Čaldonova “il più grande successo nella vita di Čaldonov e che entrambi ne fossero pienamente consapevoli, dava al menage familiare quell’indispensabile sapore di avventura meravigliosa, la cui assenza trasforma presto il matrimonio in un noiosissimo pasto appena digeribile, come una minestra riscaldata tre volte”; mi ha fatto riflettere su quanto io sia distante (e per fortuna) da Galina Petrovna, che ricopro continuamente di coccole e baci la mia nipotina e mi rammarico se un giorno non riesco a portarla fuori; da ultimo ‘Le donne di Lazar’ mi hanno condotta a quel 1988, quando i miei mi regalarono un viaggio in Russia, in piena Perestroika.

Buona lettura a tutti e a voi cosa saprà raccontarvi questo libro?

Recensione di Barbara Agostinelli 

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