LE CATILINARIE Amélie Nothomb

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LE CATILINARIE, di Amélie Nothomb

“Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?”

“Le catilinarie” di Amélie Nothomb è un libro ricco di originalità e genialità, molto sarcastico e intenso che analizza la coscienza umana, la solitudine e l’emarginazione, mettendoci di fronte a una situazione paradossale capace di tirare fuori il meglio ed il peggio che c’è in ognuno di noi.

Emile e Juliette Hazel sono due anziani coniugi che alla fine della loro attività lavorativa hanno deciso di coronare il loro sogno: vivere in solitudine in una casa di campagna beandosi del silenzio e della natura circostante.

L’unico loro vicino di casa, Palamède Bernardin, un uomo obeso, silenzioso e di pochissime parole, un cardiologo a riposo, un giorno bussa alla loro casa. Emile e Juliette credono che la visita sia segno di educazione di buon vicinato, perché si usa salutare i nuovi arrivati. Ancora non sanno che Palamède si recherà a casa loro ogni giorno, regolare come un orologio, dalle 16 alle 18, appropriandosi di uno spazio non suo, pretendendo di essere servito e riverito, senza mai essere partecipe di nessuna conversazione ma rispondendo alle domande gentili dei suoi interlocutori con brevi e sgarbati monosillabi.

La situazione si fa insostenibile diventando ancora più bizzarra quando, invitato a cena, Palamède vi si reca con la moglie Bernadette, un povero essere informe, una massa di carne che grugnisce e puzza (una grossa cisti la definiscono Emile e Juliette) ma che, nonostante tutto, esercita un certo fascino sui due anziani vicini i quali, con ogni espediente, tenteranno di porre un freno a quelle visite sempre più imbarazzanti e invadenti che fanno vacillare il loro mondo e spezzano il loro sogno di libertà.

Ma, come dice il titolo stesso, pur assimilando persino lo stile oratorio di Cicerone quando si avventava su Catilina, ogni azione messa in atto, ogni discorso, ogni parola sembrano rimbalzare sull’obeso Palamède che appare indifferente a tutto e a tutti, come se avesse perso o addirittura non avesse mai avuto interesse per la vita.

 

Ma questi “mostri”, Palamède e la moglie, saranno capaci di generare altri “mostri” scoperchiando quella parte di natura umana disposta a tutto pur di ristabilire l’ordine e l’appagamento dei desideri che questa orribile quotidianità aveva scompaginato. Ma davvero tutto potrebbe tornare come prima?

Una prosa essenziale ma piena di sottili dettagli, colma di ambiguità e di sarcasmo, intesse una trama insolita ma estremamente realistica che per tutta la durata della lettura ci pone dalle pagine la stessa domanda: come ci saremmo comportati noi? Cosa avremmo fatto? Fino a che punto la nostra educazione o il nostro perbenismo di facciata avrebbe potuto reggere?

Recensione di Maristella Copula
LE CATILINARIE Amélie Nothomb

 

 

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