L’AUTUNNO DELLA SIGNORA WAAL Nico Orengo

L’AUTUNNO DELLA SIGNORA WAAL, di Nico Orengo (Einaudi)

Come nell’occhio di un ciclone i venti sono deboli o regna addirittura la calma, così nella casa della Signora Waal regna la serenità mentre attorno a lei si agitano le vite di alcune donne più giovani, inquiete, insoddisfatte, alla ricerca di un cambiamento o forse di un’identità. La Signora Waal e la sua casa, immersa nel verde delle colline liguri al confine con la Francia, rappresentano un’oasi nel ritmo incalzante di questa ricerca; l’anziana donna offre alle ragazze biscotti e bibite spesso limitandosi ad ascoltarle finché non si allontanano e le giornate trascorrono in un alternarsi di movimenti centripeti e centrifughi.

Ma la Signora Waal (scopriamo quasi alla fine del libro insieme alle sue ‘figlie adottive’ che si chiama Eveline) “ha sorpassato il tempo di Violante, MariaTeresa, Angela”: quello in cui vivono le sue giovani amiche “non è il suo tempo”. Anche il luogo dove vive non le appartiene, probabilmente non ha mai voluto che le appartenesse, quasi per lasciarsi libera la strada per il ritorno alla sua Amsterdam. La narrazione inizia proprio quando la Signora Waal sente che è arrivato il momento di tornare in patria, ma si attarda ancora nei luoghi in cui aveva scelto di vivere con il marito Peter, morto da quasi vent’anni, perché “partire è difficile; bisognerebbe staccarsi dai ricordi e i ricordi sono più forti di un desiderio”. Appunto i ricordi si fanno incalzanti quando comincia a ricevere visite di strani personaggi che le rivolgono domande sul ruolo svolto dal marito durante la guerra in una compagnia di radioperatori.
È stato sospettato di aver collaborato con i tedeschi e, nonostante siano trascorsi molti anni, l’ombra del tradimento che ha gravato pesantemente sulle loro vite non si è ancora dissolta. Mentre la donna lotta con i fantasmi del passato le sue ‘figliole’ lottano con l’insoddisfazione della routine familiare e il desiderio di provare nuove emozioni e non si rendono conto che l’anziana amica ha ormai deciso di andar via. Quando ciò avviene, si ritrovano a parlare di lei come della colonna che ha sorretto le loro vite disordinate e brindano al suo ricordo di “madre e sorella…al riparo dai tradimenti”.
Un libro breve e denso, ricco di atmosfera, costruito sul doppio registro del linguaggio sanguigno ed esplicito delle giovani opposto a quello pacato e delicato dell’anziana signora; un libro ricco di paesaggi straordinari della Liguria, sempre presente nelle opere di Orengo, ma soprattutto notevole per l’indagine dell’anima femminile – tradita e traditrice – condotta con ironia e partecipazione. Non a caso i personaggi maschili rimangono sullo sfondo: “L’autunno della Signorina Waal” è una sinfonia al femminile: voci di donne che soffrono per motivi diversi e che il ritmo costante della narrazione armonizza trasformandole in quella unisona di un coro

Recensione di Miranda Valsi

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