LA RAGAZZA CON LA BICICLETTA ROSSA, di Monica Hesse (Pickwick)

Inizio con lo scrivere che in realtà il titolo originale in italiano significa “La ragazza con il cappotto azzurro”. E già all’inizio del libro il lettore capirà anche perché. È vero che è Hanneke, una diciottenne olandese con la sua bicicletta rossa, la protagonista del romanzo, colei che si muove nella Amsterdam del 1943 occupata dai nazisti.
È lei che viene misteriosamente incaricata di trovare Mirjam, una ragazza ebrea misteriosamente scomparsa, con il suo inseparabile cappotto azzurro, dal nascondiglio in cui si era rifugiata dopo l’assassinio dei suoi famigliari. Ed è su questo cappotto azzurro che alla fine la vicenda si rivelerà in tutta la sua crudele ma credibile verità.
Il romanzo è ben scritto, scorrevole, sembra quasi di vedere un film. La storia è credibile, e la ragione è forse anche quella per cui il personaggio principale di Hanneke non risulta particolarmente empatico agli occhi del lettore. Una storia piuttosto intensa, una brava scrittrice che alla fine, nei ringraziamenti, ricorda la più famosa clandestina di quegli anni terribili: Anna Frank, che ha saputo, quasi inconsapevolmente, descrivere meglio di tutti l’Amsterdam degli anni Quaranta e la realtà di chi era costretto a nascondersi per sfuggire ad un destino per cui non aveva nessuna colpa.
Recensione di Eleonora Saia


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