LA DONNA DELLA MANSARDA Davide Longo

La donna della mansarda, Davide Longo – (Einaudi – aprile 2025)

Recensione 1

La donna nella mansarda si inserisce perfettamente nel ciclo di romanzi di Davide Longo dedicati ai personaggi di Antonio Arcadipane e Corso Bramard, due figure che, nel corso della serie, hanno saputo conquistare i lettori con la loro profondità e il loro contrasto umano e investigativo.

Fin dal primo romanzo, Bramard è stato tratteggiato come un uomo colto, segnato da un passato doloroso, quasi un filosofo del crimine, mentre Arcadipane, più istintivo e concreto, rappresenta l’anima pratica dell’indagine. Il loro rapporto si è evoluto nel tempo, passando da una sorta di maestro-allievo a una collaborazione più paritaria, ma sempre caratterizzata da una tensione sotterranea tra il pragmatismo di Arcadipane e la sensibilità più raffinata di Bramard.

Nei romanzi precedenti, Longo ha costruito un universo narrativo in cui il noir si mescola con una riflessione sulla natura umana. Ogni storia ha aggiunto tasselli alla psicologia dei protagonisti, mostrando Arcadipane alle prese con il suo modo diretto e spesso brutale di affrontare la realtà, mentre Bramard, con la sua cultura e il suo sguardo più ampio, ha sempre cercato di dare un senso più profondo agli eventi.

La donna nella mansarda riprende questi elementi e li porta avanti con una nuova indagine che, come sempre, non è solo un caso da risolvere, ma anche un viaggio nei chiaroscuri dell’animo umano. Longo conferma la sua capacità di costruire storie avvincenti, in cui la tensione narrativa si intreccia con la complessità dei personaggi, rendendo ogni romanzo non solo un thriller, ma anche un’opera di grande introspezione.

Recensione di Paolo Pizzimenti

Recensione 2

Un colpevole reo confesso nella prima pagina dinanzi ad Arcadipane? Molto strano

Bramard finalmente in pensione dall’insegnamento? Ancora più strano

Ci manca solo che ad Arcadipane non piacciono più i sucai e ce le abbiamo tutte…

E invece no!

Ogni tassello ha una sua logica, per quanto possa sembrar strano, per noi lettori, abituati ai nostri personaggi, che comunque, non si smentiscono mai!

Possiamo tirare tutti un sospiro di sollievo!

Persino Ariel è ancora storpia e Isa un genio dell’informatica.

Ettore da chi avrà preso? Speriamo ci venga narrato nei prossimi libri!

Intanto in questo, oltre ai nostri amatissimi soliti, così come ne “la vita paga il sabato”, ci inoltriamo nella Storia.

Questa volta andiamo a scomodare nientemeno che l’illustre Lombroso: grande studioso della mente umana, e soprattutto della mente criminale.

Certo, le sue conclusioni sono state quasi tutte sbagliate, ma per gli strumenti dell’epoca erano davvero innovative.

Ci tufferemo anche nell’arte moderna e sbirceremo un edificio torinese molto particolare chiamato “La Prora”.

Come tutti gli altri della serie, è un libro fatto per essere divorato tutto d’un fiato.

Più si avvicina alla fine e più i personaggi vengono a delinearsi dalla mente di Bramard e Arcadipane, fino a quella dei lettori, mostrando la loro verità dei fatti per quanto sottile possa essere.

E’ uno di quei romanzi “matassa” in cui man mano che srotoli un filo se ne ingarbugliano altri fino al bandolo… che non delude, anzi è un sollievo, perché finalmente anche il lettore ci vede chiaro.

L’indagine ad un certo punto diventa “storica” e questo scorcio appassiona molto, perché ci costringe a continuare. La storia si è interrotta per far posto alla Storia con un inchino, e il lettore può finalmente riunire i fili del passato divorandoli per tornare al presente e risolvere la vicenda.

E’ un libro che puoi gustare solo lasciandoti trasportare dal suo ritmo.

Buona lettura!

Recensione di Rita Annecchino

Abbiamo intervistato lo scrittore Davide Longo, ripercorrendo i primi 10 anni dei suoi personaggi Arcadipane e Bramard…

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