LA CASETTA ROSSA Monte Lungo 8-16 Dicembre 1943 Raffaele Cortellessa

LA CASETTA ROSSA. Monte Lungo 8-16 Dicembre 1943″ di Raffaele Cortellessa (Caramanica Editore)

Il titolo di questo libro potrebbe sembrare quello di una favola per bambini, in realtà chi vive dalle nostre parti e ogni giorno passa davanti al Sacrario Militare di Mignano Monte Lungo, costeggia il cimitero di carrarmati e cannoni dall’altra parte della strada, vede in lontananza i resti diroccati del vecchio San Pietro Infine, mai più ricostruito e diventato memoria storica della ferocia della Seconda Guerra Mondiale, sa bene che cosa ha rappresentato il nostro territorio, da Monte Lungo a Roccamonfina, in quegli anni, tanto ha sentito raccontare di quei fatti dai testimoni dell’epoca.

Nell’autunno del 1943 Mignano Monte Lungo, occupato dai tedeschi, era completamente distrutto dai bombardamenti alleati e dai cannoneggiamenti della Wehrmach, trovandosi a ridosso della linea Bernhardt.

La popolazione civile aveva dovuto rifugiarsi nelle grotte che punteggiano i nostri territori, mentre le razzie tedesche ed il rastrellamento degli uomini nell’operazione Sklavenjagd (caccia allo schiavo) avevano il compito di fare terra bruciata agli alleati che sopraggiungevano, togliendo loro viveri e uomini validi. Questo preciso calcolo politico dei tedeschi intendeva sfruttare la forza lavoro degli italiani sottraendoli ai controlli della Croce Rossa Italiana, cambiando il loro status da prigionieri di guerra a Internati Militari Italiani (IMI).

Questa operazione di rastrellamento degli uomini, dietro il ricatto di rivalersi sulle famiglie se non si fossero presentati al raduno, iniziarono la mattina del 23 settembre 1943 e nella sola Terra di Lavoro furono deportati oltre 20000 uomini, cioè un quarto di tutti gli IMI.

Quell’8 dicembre 1943, ebbe inizio la sanguinosa battaglia degli alleati, dislocati a valle contro i tedeschi arroccati sulle alture circostanti Mignano. Ma gli alleati non assicurarono sufficiente copertura ai bersaglieri e la battaglia si risolse in una sanguinosa sconfitta per i giovani soldati italiani. La battaglia finì il 16 dicembre, quando le truppe alleate superarono la linea Bernhardt.

Ma per la popolazione locale la situazione non migliorò affatto perché la vicinanza col fronte di Cassino e le violenze perpetrate dall’esercito alleato, questa volta magrebino aggiungero altri lutti e sofferenze fisiche e psicologiche nei civili rimasti nei luoghi.

In questo scenario di miseria e terrore, la “Casetta Rossa” era presente nei ricordi dell’autore come poco più di una reminiscenza di cui aveva sentito parlare dai suoi genitori che avevano vissuto in prima persona gli avvenimenti del post armistizio. Tuttavia vent’anni di ricerca e la memoria scritta di un medico sanitario, Giuseppe Gerosa Brichetto, in cui racconta gli eventi salienti della battaglia di Monte Lungo, da finalmente corpo e spessore a quel ricordo sbiadito, e lo definisce come il luogo in cui aveva la sede il comando tattico del I raggruppamento motorizzato, nato in Puglia, dove si trovavano la corte reale e i vertici militari e che agli inizi di dicembre 1943 fu trasferito a ridosso del fronte meridionale proprio nel mignanese.

Ecco allora che Mignano divenne il crocevia strategico della guerra al sud.

Ma a che prezzo per le popolazioni locali?

Queste e molte altre fonti e notizie sono riportate appunto in questo libro, insieme a tutta una serie di testimonianze vivide di persone che all’epoca dei fatti erano dei ragazzini e a testimonianze scritte di chi alla battaglia prese parte.

La prefazione del professore Felicio Cortese, storico casertano dell’Età contemporanea, unisce sapientemente i fili della memoria dei testimoni con gli eventi storici.

È sempre bello poter imparare cose nuove sui propri territori e visto l’assottigliarsi della possibilità di interloquire coi nostri nonni o con chi visse quei fatti, diventa sempre più importante il lavoro di raccolta di fonti orali, proprio come ha fatto Raffaele Cortellessa con “La Casetta Rossa”

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