IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO. Sessanta temi di bambini napoletani, a cura di Marcello D’Orta

Io speriamo che me la cavo - sessanta temi di bambini napoletani

IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO. Sessanta temi di bambini napoletani, a cura di Marcello D’Orta – maestro elementare

 

IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO. Sessanta temi di bambini napoletani, a cura di Marcello D’Orta

Ecco un libro davvero insolito. Non è un romanzo e non è nemmeno un vero saggio. È un qualcosa di unico.

Se dovessi usare un unico termine per descriverlo lo definirei commovente.

Il libro ebbe una certa notorietà negli anni ’90 del secolo scorso. Il maestro D’Orta, insegnante in una scuola elementare di un paese del comprensorio di Napoli mette insieme sessanta temi, fra i più significativi, fra gli innumerevoli che ha letto nel suo percorso di insegnamento. Non è il solito libro autobiografico in cui un insegnante racconta la sua pluridecennale esperienza scolastica. D’Orta da’ voce direttamente ai ragazzi attraverso i loro componimenti e li propone senza filtri, nella loro fresca genuinità. Una scelta coraggiosa e originale.

Un libro composto di sessanta racconti brevi o brevissimi. I componimenti dei bambini raccontano meglio di qualsiasi indagine sociologica la complessa realtà dell’universo sottoproletario partenopeo. I bambini nei loro brevi scritti sgrammaticati sanno essere concreti e pungenti, talvolta ironici e grotteschi, spesso tragici. La realtà che emerge è complessa e drammatica, le soluzioni proposte dai bambini spesso sorprendenti.

C’è dentro il teatro di Eduardo, la furba ironia di Totò, la filosofia contemplativa di Troisi.

Qualche brevissima spigolatura:

sulla Rivoluzione francese:

“La Rivoluzione francese vide che c’era stata la Rivoluzione americana e fece la Rivoluzione francese”

Sulla circolazione del sangue;

Se il gruppo è 0 è tutto buono, se il gruppo e A, B, C, D, eccetera, allora lo può dare solo a lui.

Sulla città in cui vivi:

Si chiama Arzano. A Arzano sono tutti sporchi, non si lavano; le strade sono tutte sgarrupate, i palazzi vecchi e terremotati, c’è solo munnizza e siringhe drogate!

Sull’effetto serra:

A detto il maestro che se non la finiamo di: fumare, costruire fabbriche, drogarci, uccidere, l’effetto serra non se ne andrà più dalla terra e moriremo tutti entro febbraio.

Il libro è tutto così, Non ti lascia respiro. Si legge in poco più di un’ora ma inevitabilmente ti fa riflettere molto a lungo.

Recensione di Stefano Benucci

IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO. Sessanta temi di bambini napoletani, a cura di Marcello D’Orta

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