IL RESTO DI NIENTE Enzo Striano

Il resto di niente

IL RESTO DI NIENTE, di Enzo Striano

Enzo Striano fu uno scrittore, giornalista e professore scomparso prematuramente nel 1987.

Ha scritto molti libri e romanzi tra i quali due bellissimi: uno di epica intitolato “Gli eroi dell’ uomo” che è stato per me e per i miei alunni un sussidio indispensabile per anni.

Il resto di niente
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L’ altro è il più famoso dei suoi romanzi: “Il resto di niente”, la biografia di Eleonora de Fonseca Pimentel che fu tra coloro che parteciparono alla Repubblica Partenopea del 1799 esperienza che si concluse con la vittoria dei Borboni e l’ impiccagione della maggior parte della borghesia e nobiltà “illuminata” dell’ epoca. Tra gli avvenimenti che seguirono la caduta e la morte dei “rivoluzionari” ne ricordiamo uno.

Il Principe Serra di Cassano, per protesta, ordinò che il portone principale del palazzo omonimo rimanesse per sempre chiuso perché non potesse vedere il Palazzo Reale dove c’ era il sovrano che aveva mandato a morte suo figlio; infatti, da allora il portone sempre aperto è quello laterale su via Monte di Dio.

Il romanzo racconta di Eleonora de Fonseca Pimentel che, undicenne, parte per Napoli al seguito della sua nobile famiglia portoghese: essi sono costretti ad abbandonare Roma – dove Eleonora, detta Lenòr, era nata – a causa dei difficili rapporti tra il Regno del Portogallo e lo Stato Pontificio, che tra l’altro non riconosceva i titoli di nobiltà della discendenza Fonseca Pimentel.

Dopo la descrizione del viaggio attraverso le paludi pontine, la trama si dipana intorno all’adolescenza e maturità di Lenòr: a Napoli cresce e – soprattutto dopo la triste vicenda coniugale, che la porta al divorzio dal rude marito Tria dopo la morte del figlio – viene a contatto con gli intellettuali partenopei dell’epoca.

Già ostile alle pratiche superstiziose della plebe, ma anche interessata alle possibilità di una sua educazione pubblica e civile, respira l’aria rivoluzionaria che avrebbe portato al rovesciamento del governo di Ferdinando IV e all’instaurazione della Repubblica Napoletana nel 1799, della quale è sostenitrice anche attraverso la direzione del giornale” Monitore Napoletano”.

Contro la Repubblica, sostenuta inizialmente dalle truppe del generale francese Jean Étienne Championnet, interviene l’Esercito della Santa Fede, agli ordini del cardinale Fabrizio Ruffo. La sconfitta dei rivoluzionari viene seguita dalla restaurazione del potere borbonico e dalle condanne a morte per i sostenitori della Repubblica. Tra di essi vi è anche Lenór, giustiziata in Piazza del Mercato il 20 agosto del 1799; la decapitazione, privilegio nobiliare, le viene negata, nonostante il Regno avesse riconosciuto da anni i titoli nobiliari della famiglia portoghese da cui discendeva.

All’impiccata non resta in pugno meno che il niente: il “resto” che si deve al niente: ” ‘o rest’ ‘e niente ” frase che in napoletano indica meno che il nulla.

Striano opera una fedele ricostruzione dell’ epoca e della Napoli di allora con una “plebe” costretta a vivere in condizioni inumane e, nonostante ciò, fedele ai Borboni (si dice che ci furono perfino episodi di cannibalismo da parte del popolo nei confronti dei “rivoluzionari”) e con la rievocazione di personaggi realmente esistiti.

Uno solo tra loro è di fantasia e rappresenta la voce dell’ autore.

Recensione di Eva Gambardella
IL RESTO DI NIENTE, di Enzo Striano

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