
IL PEGGIORE, di Gianni Usai (Il Maestrale – maggio 2024)

Chissà perché in questo periodo mi attirano libri decisamente particolari, di non facile lettura e un po’ inquietanti, che cerco di stemperare con romanzi e gialli più leggeri e scorrevoli.
E così in questa lista più impegnativa ecco qua un libro di uno scrittore sardo, che fra l’altro vive e lavora in un comune, Sinnai, vicino a dove risiedo e dove mi capita spesso di recarmi.
Si tratta de Il peggiore, un romanzo per certi versi distopico, ambientato come è nel 2032: un futuro abbastanza prossimo in cui ci viene raccontato che la tecnologia è in grado di entrare nella mente delle persone e salvare alcuni ricordi della loro vita, sulla cui base verrà valutato da un algoritmo se sarà meritevole di essere curato. Terribile, vero, pensare che possa capitare proprio questo: che non solo ci possa essere una procedura che estrae i nostri ricordi ma che si possa pensare che sia un algoritmo a decidere chi va salvato attraverso cure sanitarie!
Ma non è tutto perché dai ricordi del protagonista, Corrado Gremioli, un fotografo sessantenne famoso per i suoi scatti caratterizzati dalla sua capacità di leggere l’animo umano nelle sue più profonde debolezze ed imperfezioni, la cui carriera è iniziata quasi per caso, consentendogli di soddisfare il suo desiderio di riscatto sociale ed, in alcuni casi, di dare libero sfogo alle sue vendette personali; un uomo dalla personalità complessa, cinico e manipolatore, un egoista anche in amore, un uomo il cui principale desiderio è di essere ricordato come “il peggiore, dopo di lui non ci sono più facce che valga la pena di fotografare”.
Siamo di fronte ad un personaggio che non riusciamo ad amare per la sua scarsissima empatia con la maggior parte del genere umano. Ma cosa succederà alla fine? Perché il nostro protagonista si trova in coma in ospedale? Cosa è accaduto? E l’algoritmo, che decide chi deve essere curato, valuterà che Corrado debba essere salvato oppure no? Un libro duro che ci fa riflettere sulla sottile linea che divide il male dal bene e che invita le nostre coscienze a riflettere su quanto possa essere etico un mondo in cui siano gli algoritmi a decidere del destino delle persone.
Recensione di Ale Fortebraccio
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