
IL PASSO FALSO, di Marina Morpurgo (Astoria – gennaio 2025)

Si tinge subito di giallo questa avvincente storia ambientata in gran parte in una zona che conosco bene, all’incrocio tra la Valtellina e il lago di Como, che si dipana tra gli anni della seconda guerra mondiale e i giorni nostri.
Il racconto del passato è quello di fascisti a caccia di partigiani, ebrei in fuga, spie vigliacche e avide, e tanti anonimi eroi, uomini e donne semplici, che con naturalezza e generosità non hanno mai avuto dubbi su quale parte prendere in quei tempi bui.
Più di 70 anni dopo, un medico in pensione, affetto da demenza, sta dimenticando tutto, ma dalle nebbie del suo passato, sconosciuto anche alla moglie, riporta in vita impressioni, nomi, ricordi confusi di luoghi capaci di sconvolgerlo profondamente.
Così, mentre da una parte vediamo dipanarsi la storia di Giuseppe, giovane ebreo in fuga verso la Svizzera e di Antonio, aspirante medico, fascista ambizioso, insieme a quella della famiglia Gusmeroli, parte di una rete clandestina organizzata per aiutare disertori, prigionieri di guerra ed ebrei a fuggire in Svizzera, dall’altra seguiamo i battibecchi dell’anziano e scorbutico dottore con moglie e badante, e i tentativi della donna di comprendere quelli che sembrano sempre meno i deliri di un vecchio smemorato.
Un romanzo in cui la memoria ha un ruolo fondamentale, tanto da superare qualunque tentativo di negazione, e anche quando comincia a svanire continua a fare sentire la sua eco potente.
Recensione di Maria Teresa Petrone
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