
IL MORTO DI PASSY, di Barbara Bongartz (Gran via)

“Nel labirinto delle origini, ogni passo è un confronto con l’ombra del passato.”
Mi trovo a casa della mia amica, con cui condivido la passione per la lettura. Siamo sedute comodamente sul divano, con una tazza di caffè caldo tra le mani, e iniziamo a chiacchierare dei libri che abbiamo rispettivamente finito di leggere.
Io: Sai, ho finito di leggere un romanzo davvero particolare intitolato “Il morto di Passy”, scritto da una scrittrice tedesca poco conosciuta in Italia. Mi è stato prestato.
Amica: Di che parla?
Io: È una storia molto personale. La protagonista, Barbara, è una donna che ha sempre vissuto con un profondo senso di abbandono e conflitto con i suoi genitori. Ha un incipit notevole, crudo, che mi ha colpito.
Amica: E poi?
Io: Un giorno riceve una misteriosa lettera dalla Francia, che le dice che il suo padre naturale verrà sepolto nel cimitero di Passy. La sua vita prende una svolta inaspettata. Così è decisa a scoprire la verità sulle sue origini. Parte per Parigi e inizia un viaggio pieno di tensione e sorprese. Devo ammettere che ho iniziato a leggere questo romanzo solo per la brevità, poiché né il titolo né la copertina mi convincevano. È stata una sorpresa.
Amica: Interessante, ma sai che io preferisco i romanzi d’amore. C’è qualche elemento romantico in questa storia?
Io: Beh, non è esattamente un romanzo d’amore, ma c’è una certa tensione emotiva e una ricerca di connessione che potrebbe piacerti. La scrittura di Bongartz è coinvolgente e riesce a catturare l’attenzione del lettore, anche se a volte la trama può sembrare un po’ sconclusionata a causa di molti flashback improvvisi e della mescolanza di sogno e realtà che fanno perdere il filo narrativo. Sembra scritto di getto. Forse è questo che mi ha affascinata.
Amica: Capisco. Mi piace quando un libro riesce a mescolare realtà e sogno.
Io: Anche a me. Siamo in sintonia. E soprattutto quando si esplorano temi profondi come l’identità, l’abbandono e la ricerca delle proprie radici. Il narrare della Bongartz è un viaggio verso l’ignoto, dove il passato e il presente si intrecciano in un’unica danza. Una tensione costante che ti tiene incollata alle pagine, desiderosa di scoprire cosa succederà dopo. Inoltre, il rapporto conflittuale con la madre mi ha ricordato molte altre scrittrici come Annie Ernaux, Elena Ferrante, Marguerite Duras, Sylvia Plath e Virginia Woolf. Sai, anch’io ho avuto un rapporto conflittuale con mia madre, e ciò ha determinato scelte e percorsi che spesso non sono stati coerenti con la mia natura. E nel libro, al di là della trama, ci sono passaggi in cui mi sono ritrovata. Il mondo è piccolo… È un peccato che il libro in Italia non sia molto conosciuto.
Amica: Non a tutti piacciono le letture che non seguono degli schemi lineari.
Io: Già, non sono letture piacevoli e leggere a volte una trama complicata può snervare. Ma tu ormai mi conosci, adoro le scritture complicate e un po’ contorte. Comunque, il romanzo della Bongartz l’ho trovato scritto discretamente bene e di una profondità intensa, con uno stile che ricorda Dostoevskij. Bongartz, come Dostoevskij, riesce a scavare nell’animo umano, esplorando le contraddizioni e i conflitti interiori dei suoi personaggi.
La sua scrittura trasmette un’intensità emotiva che fa sentire ogni sfumatura dei sentimenti dei protagonisti. Inoltre, il modo in cui si esprime, soprattutto nel rapporto con i genitori, mi è apparso da subito sincero, senza melodrammi o scene melense. E sebbene, come ti ho accennato, la trama sia traballante e verso la fine del tutto sconclusionata, ciò che mi è piaciuto è il confessarsi.
In alcuni romanzi, la trama è solo un pretesto per confessarsi, e questo libro ne è un esempio perfetto. Insomma, se ami i romanzi che offrono una profonda introspezione e una riflessione sulla vita e le relazioni, “Il morto di Passy” è sicuramente una lettura che vale la pena esplorare. È un libro che ti fa riflettere e ti coinvolge emotivamente, proprio come piace a noi.
Amica: Mi hai convinta! Anche se preferisco i romanzi con una trama lineare, penso che potrei dare una possibilità a questo libro. Sembra davvero interessante.
Recensione di Patrizia Zara
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