IL GRANDE GATSBY Francis Scott Fitzgerald

IL GRANDE GATSBY Francis Scott Fitzgerald

 

Recensione Il grande gatsby di Francis Scott Fitzgerald
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Recensione 1

Questo è un titolo molto famoso che immagino conosciate, così non mi dilungherò troppo sulla trama, che

 

vede come protagonista Jay Gatsby, un affascinante gangster dai modi impeccabili, che ha costruito la sua vita e la sua carriera al solo scopo di riconquistare la ragazza di cui è innamorato, che lo ha rifiutato a diciannove anni ritenendolo troppo povero e insignificante e preferendogli un rozzo, ma celebre, giocatore di polo. Quando i due si ritrovano, cinque anni dopo, i ruoli sono cambiati e Daisy accetta l’amore di Gatsby, innescando così una spirale di tragedia. 

 

 

La trama, pur ben costruita, non è comunque il vero punto di forza del romanzo che basa il suo fascino sulla forte caratterizzazione dei personaggi, presentati al lettore dal punto di vista di Nick, il mite e puritano cugino di Daisy, confidente di Gatsby ma mai vero amico e voce narrante della vicenda attraverso il quale lo scrittore realizza un efficace approfondimento dei caratteri senza scadere nella pura descrizione: l’autore gioca sulle contrapposizioni, affiancando all’enigmatico Gatsby il timido e remissivo Nick, alla luccicante ma “sbadata” (secondo la splendida traduzione di F. Pivano) Daisy, l’apparentemente frivola, ma decisa, Jordan.

 

 

Il contrasto più evidente e tragico, però, è ottenuto mettendo a confronto queste personalità con il protagonista, al quale tutti sembrano legati, mentre lui è slegato da tutti, come si vede quando organizza le sue grandiose feste alle quali non partecipa o quando nessuno dei suoi innumerevoli “amici” presenzia al suo funerale: il lettore arriva alla fine del romanzo continuando a ignorare quale sia la sua vera attività, quale sia la sua reale storia e origine, mentre è informatissimo sul ruolo che gli altri personaggi giocano nella trama e nella società in cui si muovono, una società basata sull’esteriorità che ha sostituito i valori dei padri con quelli del denaro e del successo ad ogni costo, verso la quale Fitzgerald appare molto critico, quasi avesse intuito che la fine da lui riservata al suo “eroe” rischiava di non essere diversa da quella che attendeva la spensierata e edonistica epoca del Jazz, destinata a terminare con la Grande Depressione.

Consigliato a che cerchi un classico da recuperare, un grande autore da conoscere, un bel libro da leggere.

Recensione di Valentina Leoni

 

Recensione 2

…uno dei personaggi più romantici, soli e sognatori che si possano incontrare nei libri.

Gatsby è un’idea, una menzogna, è illusione e sogno.

E’ l’immagine dell’America degli Anni Ruggenti, gli anni ’20, è l’immagine dell’uomo perfetto, affascinante, misterioso, potente, irraggiungibile, incredibilmente ricco, ricco da sempre.

Nessuno può sottrarsi alle luci e allo sfarzo delle sue feste, tutti ne sono attratti, ipnotizzati, come tante falene verso una luce che credono il sole.

Gatsby è un sogno e chi può dirsi insensibile al fascino dei sogni?

Il fatto è che lui è il sognatore per eccellenza.

Gatsby vive la sua vita inseguendo un sogno, Daisy, e la sogna da così tanto tempo che ormai ne ha fatto un ideale, non si accorge dei suoi limiti, del suo egoismo, della sua superficialità, del suo opportunismo.

Daisy è figlia del suo tempo, è vittima inconsapevole di quella società fatta solo di apparenza.

Una società che crede nel denaro e nella posizione sociale.

 

 

E allora Gatsby, che invece è dominato da un grande e tenero sogno romantico, diventa quasi un personaggio eroico.

Gatsby non appartiene al mondo di Daisy, Gatsby ha dovuto reinventarsi per essere accettato dal mondo di Daisy, lui che non tollerando le sue origini mediocri, non avrebbe mai potuto avvicinarlo.

Inseguendo il suo sogno però rimane solo, c’è tanta solitudine e indifferenza in questo romanzo…e c’è una ricerca quasi ossessiva di far rivivere un passato che non potrà più tornare, limitandosi a vivere un presente che è una grande, immensa finzione.

“Gatsby credeva nella luce verde, al futuro orgiastico, che anno dopo anno indietreggia di fronte a noi. Ci è sfuggito allora, ma non importa – domani correremo più forte, allungheremo ancora di più le braccia…E una bella mattina…”

Buona lettura!

 

Recensione di Cristina Costa

 

 

IL GRANDE GATSBY Francis Scott Fitzgerald

 

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