Il gioco della salamandra, di Davide Longo (Mondadori – aprile 2024)
Con Davide Longo mi era appassionato alle storie gialle della coppia Corso Bramard e Antonio Arcapdipane ed il corollario di personaggi che animavano i suoi romanzi.
Gialli intrisi di leggera melanconia, a tratti simenoniane, storie interessanti e personaggi credibili, il tutto scritto con maestria.
Con il Gioco della Salamandra, Longo cambia registro, vero l’aveva già fatto con Un uomo verticale, ma con il Gioco della Salamandra, riesce a coinvolgere il lettore accanito di storie noir o thriller in un ambiente che apparentemente non ha nulla a che vedere con gli scenari dei suoi precedenti romanzi, invece no! No, non é così, pur svolgendosi in un ambiente “ adolescenziale “ Longo riesce nella sua impresa e partorisce un ottimo romanzo giallo. Personaggio chiave é Olivo Depero, che sotto certi aspetti ricorda il Lionel di Testa di pazzo di Jonathan Lethem, a differenza di Lionel che era affetto dalla sindrome de la Touret, Olivo invece é affetto da incredibile intuizione, ma con tanti limiti nel rapporto con gli altri. Uno dei limiti è che non pronuncia più di 600 parole al giorno con chiunque, che mangia solo alimenti dalle forme geometriche e quando vuole invece confermare o accettare qualcosa dice solo Uh Uh… Insomma un personaggio particolare. Al di là della storia ciò che coinvolge veramente è la scrittura di Davide Longo, capace di una scrittura complessa e ricca ed al tempo stesso disponibile a tutti
Recensione di Paolo Pizzimenti
L’UOMO VERTICALEW Davide Longo
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