IL CODICE DA VINCI Dan Brown

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IL CODICE DA VINCI, di Dan Brown

“Il Codice da Vinci” è un romanzo che si legge con grande facilità, che non impegna in riflessioni filosofiche ma che sembra servire soluzioni e segreti in un piatto da fast food.

Ed è proprio questo che affascina, la facilità con la quale emergono rivelazioni sensazionali sullo sfondo di un mistero che ha attraversato secoli di storia: la ricerca del Santo Graal.

 

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La trama appare da subito surreale, apparentemente imperniata su fatti incontestabili, ma che via via prende la forma di un triller/fumetto.

Perché c’è un po’ di tutto ne “Il Codice da Vinci”: segreti inconfessabili, sangue, vero e mitologico, violenza cieca dietro la storia della Chiesa, curiosità storiche e sradicamenti di dottrine e concetti in cui si intrecciano sacro e profano, simbologia ed esoterismo, fede e disincanto.

Ma la sostanza del romanzo, che poi è anche la sua forza, è la teoria che Gesù non solo non sarebbe morto sulla croce ma anzi avrebbe messo su famiglia con Maria Maddalena, sua moglie da tempo.

E qui mi è venuto in mente il film di Martin Scorsese “L’ultima tentazione di Cristo”

 

 

La tomba di Maria Maddalena, nel romanzo di Dan Brown, sarebbe il Santo Graal, trasposizione di san real, che in francese antico indicherebbe il sangue reale, quello della discendenza di Gesù che lei avrebbe portato in grembo (non è una donna alla destra di Cristo nel “Cenacolo”, il famoso dipinto di Leonardo Da vinci?!). E da ciò la Chiesa maschilista e cinica avrebbe fatto guerra a Maddalena erede anche spirituale di Cristo.

Tra guerre sotterranee e battaglie dinastiche, la Chiesa di Roma sarebbe riuscita a mantenere il segreto, noto comunque anche al Priorato di Sion (difensore degli eredi di Gesù) , ai Templari e a chissà quanta altra gente.

Insomma una miscela potenzialmente esplosiva, un cocktail capace di far girare la testa al lettore, affascinarlo e ubriacarlo con una furba proporzione di piccole verità e grandi bugie.

 

 

Un giallo che parte dall’imponente struttura del Louvre, luogo ideale per storie di mistero, con “L’uomo di vetruvio” , l’enigmatico sorriso della “Gioconda” e ai vari richiami a “L’ ultima cena” di Leonardo, per approdare a Rosslyn e la sua famosa cappella, a soli 16 km da Edimburgo, fatte apposta per custodire nei secoli l’ importante segreto.
Insomma tanto basta per alimentare la leggenda.

Il finale? Un po’ grossolano e affrettato della serie “decide il lettore”!
A chi piace il genere, ben venga, altrimenti sembra di leggere con il sottofondo stridente delle unghie che graffiano la lavagna.

A me tutto sommato non è dispiaciuto.

“Nella mia esperienza gli uomini sono disposti a fare molto di più per eliminare ciò che temono che per ottenere ciò che desiderano ”

Recensione di Patrizia Zara

 

Titolo presente nella Classifica delle delusioni letterarie

 

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