
IL CLUB DEI DELITTI DEL GIOVEDÌ, di Richard Osman (SEM)

Richard Osman ci invita in un elegante residence per anziani inglesi dove, tra una compressa per la pressione e un ricordo della Thatcher, un gruppo di pensionati indaga su un paio d’omicidii. Detto così sembra l’inizio di una barzelletta, e in effetti per buona parte del libro il confine tra giallo e commedia da tè delle cinque è piacevolmente sottile.
Ora, diciamocelo: i primi capitoli sono un piccolo test di pazienza. L’autore ci tiene moltissimo a farci conoscere ogni personaggio, ogni sfumatura del paesaggio, e probabilmente anche la genealogia del gatto del giardiniere. L’effetto? All’inizio la trama si muove con l’agilità di un deambulatore arrugginito. Ma basta superare la fase “asilo geriatrico investigativo” e ci si ritrova con una storia che, lentamente ma inesorabilmente, conquista.
Il ritmo rimane compassato, certo. Nessuna corsa mozzafiato, niente colpi di scena da cardiopalma. Ma è proprio questo il punto: Osman non punta sul brivido, ma sulla brillantezza dei personaggi e sull’umorismo british, quello secco, pungente e sempre un po’ stralunato. E lì, bisogna ammetterlo, ci sa fare.
I protagonisti — in particolare Elizabeth, ex spia dal sarcasmo tagliente — sono irresistibili. Le loro chiacchiere, anche quando si perdono per strada, non annoiano mai davvero: sembrano quei nonni che, pur parlando del nulla, riescono comunque a tenerti incollato alla sedia. Le digressioni ci sono, eccome. Ma spesso regalano piccoli quadri esilaranti, battute fulminanti, e una tenerezza che spunta nei momenti più inaspettati.
La trama? C’è. Funziona. Anche se potresti effettivamente abbandonare il libro per due giorni e riprenderlo senza aver perso nulla, come con certi episodi di “La signora in giallo”. Ma va bene così: questo è un giallo che non corre, ti accompagna. Ti versa il tè, ti racconta un pettegolezzo e poi, con calma, ti svela chi ha ucciso chi.
In definitiva, “Il club dei delitti del giovedì” è come un plaid scozzese: all’inizio pizzica un po’, ma poi ti ci avvolgi e non vuoi più uscire. Perfetto per chi ama i gialli intelligenti, non ansiogeni, e pieni di dialoghi sagaci. Un libro che non stravolge il genere, ma lo prende per mano e lo porta a fare una passeggiata in giardino. E in fondo, a volte, è proprio quello di cui abbiamo bisogno.
Recensione di Vincenzo Anelli
Commenta per primo