Il 12 gennaio 1876 nasceva Jack London, forse il più poliedrico scrittore di tutti i tempi
In molti lo conoscono solo per “Zanna bianca” e “Il richiamo della foresta”, ma in realtà Jack London ha scritto molto altro ed è stato capace di anticipare i tempi con temi destinati ad avere grande diffusione ancora oggi. Con “La peste scarlatta” (1912), ad esempio, fu tra i primi a introdurre il genere distopico e post-apocalittico, raccontando di un morbo letale che ha quasi sterminato l’umanità.
La sua è stata una vita straordinaria e ricca di avventure: figlio illegittimo, fece mille lavori per sopravvivere, fu arrestato per vagabondaggio e si formò da autodidatta. Molte delle sue esperienze sono raccontate nel celebre “Martin Eden”, un romanzo capace – così come molte altre sue opere – di restituirci anche un’epoca da angolature fino ad allora poco approfondite. In “La strada”, che ha anticipato di mezzo secolo “On the Road” di Kerouac e alimentato la poetica di scrittori come Steinbeck e Orwell, ha descritto le contraddizioni di un sistema in cui il benessere di pochi veniva pagato con la povertà di molti. In “Il popolo degli abissi”, a soli 26 anni, ha vestito i panni del mendicante per scoprire in quali condizioni viveva la gente dell’East End, la parte più povera di Londra, dando vita a un vero e proprio trattato sociologico, e perfezionando la tecnica della ricerca “sotto copertura“, adottata poi sempre di più dal giornalismo.
Per ragioni di sintesi è impossibile ricordare tutti i suoi romanzi, ma vorrei citare ancora “Il tallone di ferro”, oggi considerato un esempio insuperato di fantascienza verista, e soprattutto “Il vagabondo delle stelle”, il suo ultimo romanzo, e forse anche il più originale, in cui denuncia il sistema carcerario dell’epoca e fa volare il lettore in epoche diverse con una maestria che non ha eguali.
Questo, dicevo, è stato il suo ultimo romanzo, pubblicato nel 1915. Il 22 novembre 1916, a soli 40 anni, viene trovato morto probabilmente a causa di un’overdose di antidolorifici. Il dibattito sull’ipotesi di suicido è aperto ancora oggi, e forse non sapremo mai la verità con certezza, ma chi ha letto Martin Eden può farsi un’idea.
Di Massimiliano Caruso
grazie perchè non conoscevo alcune cose di lui, avevo letto tanti anni fa i primi libri che hai cittato