FRANCESCO GUCCINI Siamo quello che non resta, di Claudio Sassi Odoardo Semellini (Rizzoli – maggio 2025)

L’universo gucciniano vanta ormai un discreto grado di complessità.
Il “Maestrone” è uno dei più autorevoli e longevi cantautori italiani da sempre amato in maniera trasversale da tutte le generazioni che lo hanno conosciuto. Il suo primo album risale addirittura al 1967 e l’ultimo, con canzoni originali, al 2012; con gli album dal vivo e alcuni recenti di cover siamo oltre la ventina di raccolte, un numero di tutto riguardo.
Ma voler etichettare Francesco solo come cantautore, anche se uno dei più importanti, è senz’altro riduttivo. Guccini può vantare una vasta produzione letteraria davvero variegata. Innanzitutto le quattro opere autobiografiche (Croniche epafaniche, Vacca d’un cane, Cittanova blues e Tralummescuro) che sono, a mio parere la sua produzione più rilevante, davvero piacevolissimi e degni di uno scrittore di razza che consiglio senz’altro a chi non le avesse lette.
Poi ci sono i romanzi gialli scritti a quattro mani con Loriano Macchiavelli e numerosi romanzi ambientati tra le colline dell’Appennino bolognese, luoghi del cuore del nostro autore. Non basta ci sono anche un dizionario del dialetto pavanese e due “dizionari delle cose perdute” oltre a un mix di racconti brevi e opere minori. Insomma più di trenta libri e ne stanno continuando a uscire.
Questo vulcanico intellettuale fra un album e un libro ha sceneggiato fumetti, cartoni animati, è comparso in una ventina di film; di lui si è parlato per decenni in TV e sui giornali. Naturalmente ha conosciuto e collaborato con numerosi colleghi cantanti e cantautori, ha fatto concerti in ogni parte d’Italia e molto altro ancora.
Insomma un bel personaggio, una figura di intellettuale a tutto tondo.
Il libro di Sassi e Semellini oltre che offrire un’accurata biografia del cantautore emiliano ci consente di decodificare e meglio comprendere questo universo gucciniano e lo fa con grande rigore e semplicità utilizzando in massima parte proprio le parole di Francesco pazientemente ricavate da interviste, testi, apparizioni pubbliche ecc.
Non ci sono grandi novità rispetto a quanto già è stato scritto su Guccini e da Guccini ma questo libro ha il merito del rigore e della sintesi ed anche della completezza.
Consigliato senz’altro per chi apprezza il “Maestrone”.
Recensione di Stefano Benucci


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