FORTUNA Nicolò Govoni

FORTUNA, di Nicolò Govoni (Rizzoli – ottobre 2021)

 

Che dire… finisci il libro e ti chiedi quanti lo hanno capito, hanno capito la potenza delle parole di Nicolò. Sì, perché chi magari non si interessa alla tematica delle migrazioni, dei campi profughi, dell’accoglienza, sicuramente non coglie il valore profondo di questo libro.

I tg trasmettono le immagini degli sbarchi, vediamo volti stravolti, spesso infreddoliti, poi… poi sappiamo che vengono presi ed alloggiati in qualche centro di accoglienza, poi più nulla.

E se invece fosse l’Europa ad essere in guerra? Se fosse una città come Milano ad essere bombardata? Se fossimo noi quelli costretti a scappare, saremmo in grado di adattarci ad un cambio di vita così radicale? A rinunciare a tutti quei beni di prima necessità che oggi spesso snobbiamo? Sicuramente no, però in un modo o in un altro, saremmo costretti ad adattarci.

Truva altri non è che un grande campo profughi, Fortuna, il sistema che lo gestisce e Giuliana, nonna e Hans i protagonisti di questo libro. E come funziona questo moderno campo profughi? Con un sistema basato sui like. Più like ricevi, più hai visibilità, più hai la possibilità di accedere agli aiuti umanitari, altrimenti ti devi accontentare di quel poco che ti viene passato. Il primo che arriva in classifica ha la possibilità di uscire dal campo scegliendo se andare a vivere in Cina o negli Stati Uniti. Se lo si legge con superficialità sicuramente non ci si sofferma affatto su tutti quei collegamenti che si possono fare con la realtà. Sì perché vivere in un campo profughi oggi, significa dover dipendere da un sistema che spesso non riesce a soddisfare le esigenze di tutti, che spesso è talmente complesso che anche la richiesta di asilo si blocca nelle lungaggini burocratiche, ma soprattutto che non prevede l’istruzione. Sì perché niente scuola per chi vive in un campo profughi, e niente scuola significa niente istruzione e niente futuro per le generazioni future.

Bellissima la parte dove Nicolò parla della costruzione di una scuola come una possibilità di riscatto per tutti i bambini che vivono a Truva.

Ci sono poi le maschere bianche e le maschere nere. Il bene e il male? Beh dipende dai punti di vista. Ogni fazione lotta per un qualcosa, perché è questo che succede a Truva, una lotta continua per la sopravvivenza. Chiudi il libro con una consapevolezza diversa, con la speranza di un sistema di accoglienza migliore e con una visione positiva sul futuro, perché le future generazioni ne hanno bisogno.

Recensione di Erika Marinoni

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