FINO A QUANDO LA MIA STELLA BRILLERÀ Liliana Segre e Daniela Palumbo

FINO A QUANDO LA MIA STELLA BRILLERÀ Liliana Segre e Daniela Palumbo recensioni

FINO A QUANDO LA MIA STELLA BRILLERÀ, di Liliana Segre e Daniela Palumbo

Liliana Segre, 90 anni compiuti il 10 settembre scorso, senatrice a vita dal gennaio 2018, attiva testimone della Shoah italiana, propone la storia romanzata della sua vita, narrata dalla giornalista e scrittrice Daniela Palumbo.

Il libro si articola in 3 parti che si possono ricondurre a: prima, durante, dopo; ovviamente il riferimento è a fascismo/nazismo e alle pesanti conseguenze che questi hanno avuto sull’esistenza della protagonista

Liliana cresce a Milano nella casa dei nonni dove il papà è tornato dopo la prematura morte della moglie a 25 anni, a meno di un anno dal parto della bimba.

E’ coccolata, ricoperta di affetto, viziata anche per tentare di non farle patire troppo l’assenza della sua mamma; i nonni, la balia Caterina, la domestica Susanna, ma soprattutto il padre la ricoprono di ogni attenzione. Liliana ha le sue amiche con cui gioca, è felice e spensierata come gran parte dei bambini, fin quando, a 8 anni, il papà le comunica che non potrà più andare a scuola, in quanto espulsa in applicazione di nuove leggi razziali che non permettono agli ebrei di frequentare la scuola pubblica.

Quello è l’inizio di un cambiamento radicale e sconvolgente. “In questa storia delle leggi razziali e dei diritti che giorno dopo giorno ci toglievano come fossimo persone pericolose e da tenere lontane dagli altri cittadini, cominciai a realizzare una cosa, e fu quello a sembrarmi veramente assurdo. Quello che accadeva a noi ebrei, avveniva nell’indifferenza generale. Per tutti era come se niente fosse. L’indifferenza fa male, E’ l’arma peggiore. La più potente…” sottolinea la senatrice, ricordando il suo malessere dell’epoca.

Le vicende successive sono un progressivo peggioramento della vita della famiglia Segre e di tanti ebrei italiani, sino all’incarcerazione e alla deportazione nel durissimo campo di Auschwitz da cui tornerà viva solo lei, ma con ferite e cicatrici nella psiche ben più profonde di quelle fisiche.

Una autobiografia penetrante, che coinvolge nella prima parte facendo anche sorridere per le marachelle della bimba vivace, e poi colpisce per la delicatezza dei toni usati anche nelle descrizioni degli orrori subiti nel lager nazista, quasi a voler informare i lettori proteggendo al tempo stesso i loro animi.

Sorprende l’evidenza della forza con cui la ragazzina di famiglia agiata riesce a superare miseria, brutalità e orrori della follia umana aggrappandosi alla speranza e alla voglia di vivere. Il tascabile nasce dallo sforzo di una donna di superare l’angoscia dei ricordi per far luce su un passato terribile affinché non possa mai più ripetersi.

Daniela Palumbo è una giornalista e scrittrice milanese che ha pubblicato libri di successo nella narrativa per ragazzi.

 

Recensione di Roberto Accarino
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