
FATICO A RICORDARE IL TUO VISO. E, ancora di più la tua voce, di Giuseppe Cesaro (La nave di Teseo – aprile 2025)

Tra il lordo e il netto dell’esistenza c’è un abisso, pensaci. E sai qual è il problema più grande? Che non ce ne rendiamo nemmeno conto. Il fatto è che non cogliamo proprio la differenza.
Ci sono libri che si leggono con gli occhi, altri con la mente. Questo, invece, si legge con l’anima. “Fatico a ricordare il tuo viso. E ancora di più la tua voce” è un titolo che già da solo contiene tutto: l’assenza, la fragilità della memoria, il dolore di chi ha perso qualcosa che non tornerà. Giuseppe Cesaro (primo incontro con lui per me) scrive di perdita, di vuoti che non si possono riempire, di quel dolore silenzioso che si insinua dentro e resta lì, anche quando tutto fuori sembra andare avanti.
Comincio a leggere il libro, lo divoro e lo ricomincio. Ne ho bisogno.
Non sapevo di aver bisogno di queste pagine…
Il protagonista, e con lui il lettore, si muove in un paesaggio emotivo fatto di ricordi sfocati, parole non dette, silenzi che pesano più dei discorsi. È un libro che non urla mai, ma riesce a colpire con la forza delle emozioni vere, nude, senza filtri. Il dolore che racconta non è spettacolare, non è romanzato: è quello crudo e quotidiano che ognuno, prima o poi, conosce. Quello che cambia il modo di guardare il mondo. La penna di Cesaro è essenziale, precisa, poetica senza mai diventare artificiosa. Ogni parola è lì per una ragione. Nessun abbellimento inutile, nessuna frase di troppo. Solo verità. La sua prosa è una “carezza ruvida: consola e ferisce allo stesso tempo. Bisogna specificare anche che questo libro non parla solo di dolore. Parla anche della memoria che svanisce, della fatica di ricordare chi abbiamo amato, del senso di colpa per ciò che non si è detto o fatto in tempo. È una riflessione profonda sul legame tra amore e perdita, tra presenza e assenza. E ci ricorda che, a volte, ricordare fa più male che dimenticare. Pagina dopp pagina ho avuto la sensazione di camminare in punta di piedi dentro il cuore di qualcun altro. E quando si arriva all’ultima pagina, si resta in silenzio. Non perché non ci siano parole da dire, ma perché Cesaro è riuscito a dire esattamente tutto quello che serviva.
Avevo bisogno di queste pagine…
Consigliato a chi ama le storie intense.
Recensione di Maria Elena Bianco
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