
CONNESSIONE VATICANA LEX, di Errico Passaro (Mondadori)

(Il classico caso in cui il libro arriva prima della serie… e per una volta è andata bene così)
Lo ammetto senza troppe scuse: “Connessione vaticana” è il primo libro della serie LEX che leggo. Sì, lo so, è l’ultimo uscito. E no, non avevo letto i precedenti. Ma quando un amico ti regala un libro, non si guarda in bocca – e questo, più che un regalo, è stato un colpo di fortuna.
Fin dalle prime pagine mi sono reso conto che “la stoffa del romanzo” c’era tutta: la narrazione fila che è un piacere, con un ritmo serrato ma senza ansia, una prosa asciutta e diretta che non perde tempo e non fa perdere tempo. Qui niente fronzoli o filosofie da salotto: ogni scena ha un peso, ogni battuta un senso.
L’intreccio è ben costruito, credibile, teso quanto basta – come un elastico pronto a schioccare ma senza mai spezzarsi. E mentre ti godi l’azione, ritrovi con uno schema da 007 in salsa italiana, con tanto di missioni ad alto rischio, intrighi a sfondo internazionale… e sì, anche la Bond girl fa capolino, perché certe tradizioni vanno rispettate.
I personaggi? Solidi, vivi, umani. Alcuni sembrano scolpiti nella roccia, ma basta una crepa – un dialogo, un gesto, un silenzio – e si intravede una solitudine che l’autore tratteggia con mano leggera ma incisiva. Come dire: sotto l’elmetto batte un cuore.
Il mix tra il mondo legale e quello militare, che potrebbe sembrare un azzardo, è invece il vero punto di forza del romanzo. Non è solo questione di realismo: si sente che Passaro ci è passato dentro, che scrive di cose che conosce. E lo fa senza mai cadere nella pedanteria o nel tecnicismo da manuale d’istruzioni.
Insomma: “Connessione vaticana” è un thriller con mestiere, cuore e cervello. Un libro che si legge tutto d’un fiato e che, una volta finito, ti fa venire voglia di recuperare i volumi precedenti della serie – perché, come si suol dire, “l’appetito vien leggendo”.
Recensione di Vincenzo Anelli
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