CANONE INVERSO Paolo Maurensig

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CANONE INVERSO, di Paolo Maurensig

 

Recensione 1

Un anziano collezionista compra all’asta un violino tirolese e poco dopo incontra uno scrittore che riconosce lo strumento come quello appartenuto a Jeno Varga, giovane virtuoso ungherese dal tragico destino: incuriosito, il collezionista desidera andare più a fondo nella vicenda.

Il trama segue, quindi, le peripezie del violinista geniale intrecciate a quelle dell’amico Kuno Blau, rampollo di nobile famiglia austriaca tanto dotato quanto presuntuoso e debole di nervi e della misteriosa Sophie, altra violinista di successo di cui Jeno è infatuato fin da piccolo, mentre sullo sfondo lo scrittore lascia le faccende private della famiglia Blau e della madre di Jeno.

Romanzo breve, scritto in modo da insinuare nel lettore il dubbio che tutto il racconto sia stato frutto di un’esperienza paranormale oppure che si tratti di una tragica testimonianza di follia, si legge velocemente e rivela un discreto ritmo narrativo: non è un capolavoro, ma rimane comunque un buon racconto che sfrutta sapientemente molti elementi tipici della narrativa ottocentesca (alla quale potrebbe appartenere almeno come concezione), come la follia, la presenza di un oggetto dai presunti poteri arcani, l’ambientazione viennese, i segreti di famiglia, il tutto dosato con sapienza e senza esagerare.

Debole il legame col film che ne è stato tratto. Una buona proposta per lunghe sere invernali.

Recensione di Valentina Leoni

Recensione 2

Un uomo si aggiudica all’asta un violino per ventimila sterline. Un vero e proprio affare considerato che si tratta di un pezzo di Jakob Stainer, famoso liutaio del Seicento.

Il giorno seguente, poco dopo che il violino gli è stato recapitato, si presenta alla sua porta d`albergo uno sconosciuto, uno scrittore, il quale, in stato semi confusionale, chiede di acquistare lo strumento.

Resosi conto, però, della insensatezza della sua richiesta, l`uomo, rassegnato, si scusa.

All’atto di andarsene, il proprietario reclama delle spiegazioni per quella curiosa e inquietante visita. L`uomo si avvicina allora senza permesso al violino e lo prende tra le mani per osservarlo nei minimi dettagli, sotto lo sguardo atterrito del proprietario che teme il peggio.

Ma l’uomo gli restituisce il violino, e messosi seduto, inizia un lungo racconto che vede quello Stainer intrecciare il destino di molte vite.

Se avevo trovato “La variante di Lüneburg” un bel libro, ma non perfetto, la perfezione in Maurensig l’ho trovata con “Canone inverso”,

un libro bellissimo dove non aggiungerei, né toglierei una parola o sposterei una virgola.

Con una scrittura pulita e al tempo stesso elegante ed evocativa, Maurensig tesse una trama avvincente. Il suo progredire è lineare, ma teso, e riesce ad avvolgere in un alone di mistero anche i passaggi più in luce della storia.

Una storia che, a differenza di quella presentata nella sua precedente opera, non mostra incertezze, né sfilacciature. Il cerchio si chiude alla perfezione e il quadro finale risulta di grande pregio, regalando un racconto pieno di fascino, impreziosito dalla capacità di suscitare riflessioni sui temi cruciali della vita – quali l`amicizia, l’amore, la guerra – e sulla potenza delle passioni, come la musica.

Un libro che vale la pena leggere.

Recensione di Laura Pancini

 

 

Recensione 3

Il racconto si snoda a ritroso nel tempo, da qui l’origine del titolo del libro.
Al centro della storia uno strumento musicale, il violino e il talento di due ragazzi con una passione e dedizione assoluta per la musica.
Il talentuoso e aristocratico Kuno Blau e il dotato violinista di umili origini Jeno Varga, due personalità diverse, dove l’amicizia viene messa alla prova dall’ambizione, dalle differenze sociali, dalla rivalità e dalla competizione. Poi il ricordo di Sophie Hirschbaum, un’eccelsa violinista. Lei diventa l’immagine dell’amore non carnale, bensì spirituale. Infine, ma non per ultimo, un amore smodato per la musica, una morbosità che rischia di diventare follia.

All’interno del racconto vi è inoltre un intersecarsi di personaggi misteriosi, persino il soggetto narrante non ha un’identità precisa. A concludere il romanzo, un finale inaspettato che mi ha letteralmente colta di sorpresa, un colpo di scena finale che rovescia tutte le carte.

Atmosfere suggestive e quasi magiche si snodano a sostegno di una scrittura serrata e avvincente.

Buona lettura!
Recensione di Marzia De Silvestri 
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CANONE INVERSO Paolo Maurensig

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