ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO – DALLA PARTE DI SWANN Marcel Proust

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ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO – DALLA PARTE DI SWANN, di Marcel Proust

 

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Recensione 1

Marcel Proust. ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO.
1° vol. DALLA PARTE DI SWANN.

“Per molto tempo sono andato a dormire presto. A volte, appena spenta la candela, i miei occhi si chiudevano…”
E’ l’incipit del capolavoro di Marcel Proust,
Alla ricerca del tempo perduto

Diciamo subito che leggere questo autore non
è la stessa cosa che seguire storie dalla trama
travolgente e ricca di colpi di scena.
(Infatti la sottoscritta ammette di aver letto solo il 1° e il 3°-Dalla parte dei Guermantes)

Propongo il primo in cui l’io narrante racconta
la sua infanzia a Combray.
Qui conosciamo i personaggi che l’autore porterà avanti nei volumi successivi:la madre,
la nonna, zia Leonie, Swann…

 

La scrittura di Proust ricorda- a me, almeno –
un grande fiume maestoso dove non avvengono grandi fatti se non la quotidianità
raccontata in modo alquanto dettagliato.
Essendo la famiglia benestante, comunque,
si tratta di una vita fatta di frequentazioni dei salotti parigini tra baroni e nobildonne.
Egli li ritrae con ironia scoprendone i vizi, ma sempre con quello stile ripetitivo che è
la sua cifra stilistica.
Viene il sospetto che ci sia una punta di snobismo nell’interesse per quel mondo.

Dal momento che parliamo di uno tra i più
grandi autori del primo novecento, se risulta
pesante leggere i 7 volumi, quasi 4000 pagine,
di cui è composta l’opera, cerchiamo con la lettura di almeno un volume, di avere un assaggio del suo stile e delle sue tematiche.
Forse qualche lettore si sentirà pronto a completare la lettura della monumentale opera.

 

Mi soffermo su un episodio del 1°libro perché
illuminante per comprendere il tutto.
Un giorno – egli racconta – trovandosi a mangiare una madeleine (dolcetto corto e paffuto) inzuppata nel tè, provò un’emozione
violenta e piacevole insieme.
Li per li non seppe spiegarselo.
Ma all’improvviso il ricordo era davanti a lui :
quando da ragazzo andava a salutare zia Leonie, lei gli faceva trovare quello stesso dolcetto inzuppato nel tè.

L’ autore sottolinea:il canale attraverso cui
la sensazione era arrivata(olfatto-gusto)aveva scatenato nella mente emozioni infinitamente più grandi della causa, era come non esistessero più passato e presente, il tempo
sfiorava un dolce senso di eternità.

Ecco come Proust scopre la memoria involontaria, attraverso la quale gli eventi vissuti riprendono vita.
Così la sua identità si ricompone ricostruendo
gli episodi del passato, i quali attraverso l’ARTE
della scrittura acquistano nuova dignità mentre si fissano sulla pagina superando la mutevolezza del tempo che altrimenti si porterebbe via tutto, anche i momenti che
sembravano “inoubliables”.

Sembra dire (ma sono solo una lettrice e non ho letto il finale) che l’essere umano, attraverso
l’arte, può fermare e vincere il tempo…

Recensione di Ornella Panaro

 

Recensione 2

Quando ho deciso di cominciare a leggere la Recherche ho pensato ad una lettura rilassata, che avesse il tempo di assorbirne i pensieri e da sbocconcellarsi pian piano.

Niente di più sbagliato. Marcel non ama essere interrotto, vuole tutta l’attenzione per sé, per quel periodare lungo, senza fiato, di una bellezza senza pari, che salta da un pensiero ad un altro, da un ricordo ad una immagine e che travolge.

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Ecco, questa è la sensazione che dà questo libro. Il lettore è investito da una marea senza sosta di tenerezza, quando scopriamo un piccolo a letto in attesa del bacio della madre; di dolcezza assaporando una madaleine con la zia Leonie; di bellezza di fronte ai fiori durante le passeggiate a Combray; e ancora ansia, innamoramento, dolore, tristezza, delusione sono tutte facce della stessa medaglia: la vita.

 

Tutto passa attraverso il ricordo, nel momento stesso in cui questo riaffiora creando una sensazione ben diversa da quella sentita nell’istante in cui l’attimo si vive. E’ qui che vive Marcel, di quei dettagli infinitesimali che rendono un quadro splendido, di pieghe di vesti, di fiori aperti e profumati, di campi accarezzati dal vento, qui si perde e si ritrova Proust e noi con lui. Sono tutti petali di un fiore il cui centro è Marcel, con le sue emozioni di fronte ad un fascio di luce gialla che penetra nella sua stanza in penombra, come una farfalla dalle ali gialle.

 

E’ come aprire gli occhi per la prima volta e scoprire un mondo con occhi diversi, che hanno capacità di vedere colori mai visti, più nitidi, più brillanti, dettagli mai percepiti, scoprire una nuova luce, nuovi profumi e sapere che tutto questo ha un senso.

Una lettura splendida, piena, che dà soddisfazione. E la voglia di continuare.

“ Forse la verità è il nulla e tutto il nostro sogno non esiste”.

Recensione di Luciana Galluccio

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