
Abbiamo intervistato Paola Jacobbi e approfondito le sue opere partendo dalla biografia romanzata “Luisa”
Intervista n. 265
Buongiorno, per prima cosa le chiedo di presentarci il suo nuovo romanzo “Luisa”.
Luisa è la biografia romanzata di Luisa Spagnoli (1877-1935), imprenditrice che con il marito Annibale ha fondato la Perugina. Ha inventato lei prodotti che fanno parte della cultura popolare e che ancora esistono, come i Baci Perugina e le caramelle Rossana. Inoltre Luisa, qualche anno prima di morire, ha avviato un’azienda di abbigliamento che porta il suo nome e che, ancora oggi, è un brand notissimo del Made in Italy, ancora in mano ai suoi discendenti. (La Perugina no, è stata acquisita da Nestlè). Nel mio romanzo la storia dell’avventura imprenditoriale di Luisa si intreccia a quelle di due donne di mia invenzione: Ida (un’operaia della Perugina) e Marina (nipote di Ida) che ha trent’anni negli anni Novanta.
Luisa Spagnoli e stata senza dubbio una donna di grande inventiva e di notevole modernità, quali sono gli aspetti della sua persona che più di tutti l’hanno colpita?
La determinazione, la disciplina, la discrezione. La capacità di rialzare sempre la testa, di superare momenti drammatici, di credere nel potere salvifico del lavoro, non solo come mezzo di sostentamento materiale, ma anche come mezzo per esprimere il proprio spirito e la propria creatività.
Qual è stata invece la spinta che l’ha portata a scrivere quest’opera?
Me lo ha proposto l’editore, cui era stato chiesto un progetto da parte di uno dei bisnipoti di Luisa: Aldo Spagnoli. Aldo, sulla scia delle molte attività filamtropiche della bisnonna, presiede Wamba, un’associazione che si occupa di malati di SLA e SMA e parte dei proventi del libro vanno a questa associazione.
Quanto lavoro di ricerca e quanti ostacoli ci sono nel realizzare un lavoro così preciso, accurato eppure dalla grande forza narrativa?
Il lavoro di ricerca è stato piuttosto impegnativo, non tanto su Luisa e la Perugina (c’è parecchio materiale) ma ho sentito il bisogno di documentarmi molto sul periodo, su come si viveva in Italia in quegli anni, su Perugia, le sue strade, il paesaggio, le abitudini. E’ stato un viaggio intenso e bellissimo nel passato della vita delle donne e, più in generale, delle famiglie italiane.
Quale crede possa essere il messaggio che deve arrivare a lettori e lettrici nel conoscere la figura di Luisa?
Intanto, è importante conoscerla! E’ un pezzo di storia dell’economia italiana, ha cambiato il destino industriale di una regione italiana e ha avviato quello che oggi chiamiamo “welfare aziendale”. Per prima ha aperto un asilo nido per i bambini delle dipendenti, per prima ha parlato di congedi di maternità, di accantonamenti per la pensione. Per prima ha organizzato gite aziendali che oggi diremmo di “team building”.
Un’altra figura femminile di cui si è occupata in un’altra pubblicazione è Beyoncé, cosa ci può raccontare di questa artista?
E’ una figura chiave della cultura pop americana e internazionale. Comunque, non so se il libro sia ancora in vendita!
Lei ha dedicato alcune opere ad elementi di moda tipicamente femminili come borse e diamanti. Quali aspetti di questo mondo secondo lei sono visti con più superficialità?
Borse, scarpe, gioielli e anche costumi da bagno! Ho scritto con gioia di tutte queste cose. Sono cose superficiali? Dipende da chi guarda: chi non conosce la moda vede tutto questo come qualcosa di frivolo, chi invece ci lavora e conosce il settore prende tutto molto sul serio. A volte anche troppo sul serio. La verità sta in mezzo, ovviamente. Però gli accessori e la moda in generale racchiudono pezzi di storia del costume impagabili ed è stato bellissimo raccontarli.
Oggi la comunicazione e il confronto/scontro passano sempre più spesso attraverso i Social. Qual è il suo rapporto con questa dimensione?
Sono su Facebook e su Instagram e sono abbastanza attiva nel promuovere il mio lavoro di scrittrice, giornalista e critico cinematografico. Posso discutere di un film o di una serie televisive, di moda o di celebrities, raramente parlo di cose personale, quasi mai mi avventuro su politica o simili. Faccio mia la battuta di Nanni Moretti: “Parlo di astrofisica, io?”. Insomma, evito gli argomenti che non mi competono.
Come ultima domanda, ringraziandola per la disponibilità, le chiedo se c’è un altro personaggio femminile di cui le piacerebbe parlare in futuro.
Forse. Ma non ho ancora le idee chiare, quindi preferisco non parlarne.
Intervista di Enrico Spinelli
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